Premiati i finalisti del Concorso di cortometraggi Corti di lunga vita. Un’edizione che si caratterizza per la forte partecipazione dei giovani registi, per il suo respiro internazionale e per aver raccontato la vita nell’età matura senza preconcetti e luoghi comuni
Il desiderio di un futuro, di una vita piena, di relazioni, di amore. Sempre, ad ogni età. Anche quando gli anni di vita alle spalle sono tanti, anche quando sono ancora pochi e la vita la si vuole vivere a tutti i costi. Per guardare avanti, però, spesso c’è bisogno di tornare indietro, al tempo dei ricordi, all’infanzia e alla giovinezza. Contenuti profondi e costanti, narrati attraverso una pluralità di sguardi e tecniche cinematografiche, con delicatezza e leggerezza, con ironia e colpi di scena finali. Queste le caratteristiche più salienti delle opere candidate alla terza edizione del Concorso internazionale di cortometraggi Corti di lunga vita. Organizzato dall’Associazione 50&Più in collaborazione con il suo Centro Studi, ogni anno propone un tema specifico per puntare i riflettori sulla popolazione senior, sull’età matura, ricca di sfaccettature. “Tutta la vita” è stato il titolo di quest’anno, ispirato a uno dei brani più noti di Lucio Dalla, colonna sonora di questa edizione. Al Concorso hanno partecipato 64 registi provenienti non solo dall’Italia, ma anche da Polonia, Ungheria, Colombia e Spagna. Forte la partecipazione dei giovani, con un’età dai 17 agli 84 anni.
La cerimonia di premiazione, con la conduzione della giornalista Alessandra Rissotto, si è tenuta al MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. A decretare i vincitori la giuria tecnica presieduta dal Maestro Paolo Virzì, e composta da Lidia Ravera, scrittrice, Lina Pallotta, fotografa, Marco Trabucchi, geriatra, Nadio Delai, sociologo. A vincere questa edizione è stato il corto Dodici minuti di pioggia, del quarantaquattrenne regista catanese Fabio Teriaca. Un cortometraggio d’animazione, un racconto semplice che potrebbe riguardare chiunque. È la storia di un ritorno, quello di Carmelo che in gioventù lascia i suoi affetti più cari, i genitori, un borgo rurale in provincia di Ragusa, per trasferirsi al Nord, dove trova impiego alla Fiat e si afferma professionalmente. Ma è sufficiente la vista di alcune foto di famiglia per convincerlo a ritornare alle sue origini. Inizia così un viaggio a ritroso, un dolce e nostalgico ritorno.
La narrazione è accompagnata dalle musiche di Sergio Cammariere tratte dall’album Piano, eseguite solo al pianoforte. «Equilibrando intensità e atmosfera, l’autore ha realizzato un film breve ma intenso che scorre lungo la via dei ricordi. Avvalendosi della tecnica d’animazione, la narrazione risulta tenera e coinvolgente, rivelando una chiara padronanza del mezzo e un’impostazione personale matura», si legge nella motivazione della giuria tecnica. «La scelta dell’animazione – spiega Teriaca – è stata voluta non solo per dare un tono più poetico e lento alla narrazione, ma anche per lanciare un messaggio alle giovani generazioni: quello di non dimenticare le proprie origini, la propria terra e di portare sempre con sé il ricordo delle persone che nella vita ci sono state care».
Oltre che regista, produttore e scrittore (di prossima uscita il libro Il volo delle foglie, da cui è tratto il cortometraggio), Teriaca è un medico fisiatra, professione che lo impegna molto. Cammariere, intervenuto alla premiazione, ha sottolineato gli otto premi internazionali ricevuti per le musiche di Dodici minuti di pioggia.
Al secondo posto si classifica Olivetti 82, di Gianmarco Santoro, 23 anni, di Roma, e Dario Lanciotti, 26 anni, di Latina. I due giovani registi hanno realizzato un cortometraggio in bianco e nero che racconta la storia di un uomo al quale rimangono solo due anni di vita e l’unica salvezza sembra arrivare proprio dalla macchina da scrivere: basta premere un tasto e la sua vita si allungherà di un anno, a discapito però della vita degli altri e con il risultato di rimanere solo. «Questo cortometraggio – spiegano gli autori – è nato per caso, stavamo lavorando ad un’altra storia senza venirne a capo. D’altra parte è così che nascono le idee migliori».
Terzo classificato Letizia, di Romeo Vincenzo De Nicola, ventisettenne romano. Questo cortometraggio racconta la complessità e il fascino della vecchiaia. L’opera nasce dall’idea di realizzare un corto girato interamente in formato verticale. «Per sperimentare questo mezzo – racconta De Nicola – ho scelto il linguaggio del documentario e ho deciso di farlo intervistando una persona che avevo conosciuto e che mi aveva colpito profondamente. Letizia – prosegue De Nicola – è il racconto di una vita che dimostra come la bellezza non sia un concetto legato alla sfera estetica, perché si può essere affascinanti anche a novantasette anni». E Letizia, elegantissima e commossa, ha salutato il pubblico in sala.
«Non è stata una selezione semplice, considerando la qualità delle opere e la profondità con cui il tema “Tutta la vita” è stato affrontato – ha ammesso Paolo Virzì -. Ci siamo trovati di fronte a una ricchezza di contenuti e punti di vista, di una varietà di tecniche cinematografiche e fotografiche che ci hanno positivamente sorpresi. Opere differenti dal punto di vista tecnico, ma che hanno in comune l’accuratezza estetica e il gusto del dettaglio. Questo induce lo spettatore ad un’attenzione totale. Testimonianza incoraggiante di una consapevolezza di sguardo che non può non essere apprezzata e premiata».
Raccontare la vita nell’età matura, senza cadere nei luoghi comuni è un’operazione per niente scontata. Se poi a farlo è lo sguardo di un under 30, allora il risultato è ancora più sorprendente.
«La grande partecipazione al Concorso di molti giovani registi ha un enorme valore – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente nazionale di 50&Più -. La 50&Più ha saputo, ancora una volta, dar vita a un evento che riesce a narrare la realtà più profonda della vita nell’età matura, a essere fonte di ispirazione per anziani e giovani e di interpretazione del rapporto tra generazioni. Un rapporto e un dialogo reciproco che può portare a sviluppi certamente interessanti».
«L’idea del tema “Tutta la vita” è arrivata grazie a una riflessione con il Maestro Virzì – spiega Gabriele Sampaolo, segretario generale di 50&Più -. Il nostro obiettivo era cercare gli elementi costanti nelle varie fasi della vita, da giovani come da anziani. E questi elementi li abbiamo trovati nei corti di quest’anno: sono la voglia di imparare, la complicità, il desiderio di relazionarsi, la compagnia, il futuro. Quindi, siamo molto soddisfatti di come le opere abbiano colto e ben rappresentato il tema che abbiamo proposto. Il valore aggiunto di questa edizione è una visione più realistica ed equilibrata della vita vissuta in tarda età, anche con momenti di leggerezza e spensieratezza: una rappresentazione che va al di là degli stereotipi, concentrandosi di più sulla verità».
© Riproduzione riservata