Rincari e inflazione, oltre a eventi climatici, stanno contribuendo a un turismo in calo: la domanda è in discesa fino al 30% per le destinazioni nazionali.
Dopo il bilancio positivo degli scorsi cinque mesi, che avevano fatto registrare un 15% in più delle presenze, c’è stata un’inversione di tendenza.
Il parere degli esercenti
Che il turismo nazionale abbia subito una flessione nelle ultime settimane è un dato che rileva Federalberghi, insieme all’aumento di presenze degli stranieri, in particolare americani e asiatici. Gli italiani hanno dovuto rivedere le spese al ribasso e sono tornati a scegliere l’auto per gli spostamenti, segno che treni e aerei hanno raggiunto prezzi per molti inaccessibili. I numeri di Assoturismo parlano di 800 mila presenze in meno rispetto al mese di agosto del 2022.
Secondo Federturismo, sentito dal Sole24ore, la principale causa è l’aumento dell’inflazione, che ha costretto le aziende ad alzare i prezzi, mettendo a dura prova le tasche dei turisti nostrani, al contrario di quelli internazionali che dopo la pandemia tornano a premiare le località italiane, che siano città d’arte o luoghi di mare o di montagna, con una crescita di presenze del 4%. Anche l’emergenza ambientale, fra incendi e temperature oltre misura al Sud e piogge torrenziali al Nord, ha contribuito a variare l’agenda turistica e a mettere in allarme molti viaggiatori.
Turismo in calo: le associazioni dei consumatori
Secondo le stime delle associazioni dei consumatori, più di un italiano su dieci sta rinunciando alle vacanze a causa del caro prezzi perché, come rileva anche Demoskopika, i prezzi sono cresciuti del 9%, con un aumento dei costi legati ai viaggi che si aggira intorno ai 4 miliardi. L’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori (ADOC) ha condotto un’indagine in Puglia dove una famiglia di quattro persone arriva a spendere fino a 500 euro al giorno tra spiaggia, ristorante e pernottamento.
Mentre il nostro paese resta tra le mete preferite dagli stranieri, gli italiani scelgono altri paesi, come Spagna, Tunisia ed Egitto, già quotate negli anni precedenti, ai quali si aggiungono quest’anno anche Albania e Montenegro. Tra i viaggi intercontinentali il Giappone resta la meta preferita.
Le differenze fra Regioni
Il ritorno dei turisti provenienti dagli Stati Uniti ha ridato ossigeno al Piemonte, che ha registrato incrementi fino al 50%, ma non alla Toscana che sconta comunque il calo della domanda nazionale.
La Sardegna ha puntato su offerte last minute a prezzi vantaggiosi, ma la risposta per ora è ancora limitata e non è bastata a fermare la flessione delle prenotazioni negli hotel che a luglio è stata del 20%. Dati positivi invece per il Veneto, con un tasso di occupazione delle strutture ricettive vicino all’80%, con Jesolo in testa.
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