Gli screening periodici aumentano la sopravvivenza di pazienti con tumore al polmone. Una ricerca dimostra l’importanza della prevenzione e delle cure.
I pazienti che si sottopongono a screening annuali e ai quali viene diagnosticato un tumore al polmone in fase precoce hanno un tasso di sopravvivenza dell’80% a vent’anni di distanza. Lo dimostra uno studio su vasta scala condotto da un gruppo di ricercatori del Mount Sinai Health System di New York.
La ricerca negli Usa
Lo studio ha analizzato la situazione di 1285 pazienti sottoposti a screening nell’ambito dell’International Early Lung Cancer Action Program. A loro è stato diagnosticato un tumore polmonare ad uno stadio iniziale. La percentuale di sopravvivenza complessiva dei partecipanti è stata dell’80%, con alcune differenze a seconda della tipologia di tumore: le persone affette da noduli cancerosi non solidi e parzialmente solidi hanno dimostrato una sopravvivenza del 100%, mentre quelle affette da noduli solidi, 991 partecipanti sul totale del campione, hanno evidenziato una sopravvivenza del 73%.
“Lo screening non previene l’insorgere dei tumori. Ma è uno strumento importante per identificarli in fase iniziale, quando possono essere rimossi chirurgicamente” ha dichiarato la radiologa diagnostica, molecolare e interventistica Claudia Henschke, una delle autrici dello studio. Ha aggiunto: “I sintomi si manifestano soprattutto nei tumori polmonari in fase avanzata, pertanto il modo migliore per individuarli è iscriversi a un programma di screening annuale.”
Negli Stati Uniti, la Preventive Services Task Force raccomanda un esame annuale con una Tac al torace a basso dosaggio a tutti gli adulti di età compresa fra i 50 e gli 80 anni, che fumano da vent’anni o che hanno smesso di farlo da meno di 15.
Il monitoraggio in Italia
In Italia, secondo i dati dell’Aiom, Associazione italiana di oncologia medica, ogni anno 32.800 persone, circa l’80% dei casi totali, ricevono la diagnosi di tumore al polmone quando la malattia è già in fase avanzata. Anche sul territorio nazionale esiste un programma ministeriale rivolto a fumatori o ex fumatori di età compresa fra i 55 e i 75 anni. Ha l’obiettivo di monitorarli periodicamente.
“La Tac a basso dosaggio costituisce una promettente strategia salvavita” sostiene Saverio Cinieri, presidente Nazionale Aiom. E aggiunge: “Ma ad oggi non rientra ancora nella pratica clinica e nei programmi di prevenzione secondaria rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale. Ci auguriamo che il programma Risp (Rete Italiana Screening Polmonare) contribuisca a un cambiamento culturale. Anche sulla base delle direttive della Commissione Europea in fatto di rafforzamento della prevenzione.”
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