L’annuncio sui social e in un comunicato: “Un nostro giocatore ha la tubercolosi attiva”. Forse si tratta dello spagnolo Lucas Pérez
La tubercolosi fa ancora paura. L’ultima notizia è che il giocatore del PSV affetto da tubercolosi attiva è Lucas Pérez. Almeno secondo il quotidiano olandese De Telegraaf, che cita fonti spagnole. L’attaccante spagnolo, arrivato a Eindhoven in Olanda dal Deportivo La Coruña a fine febbraio, ha giocato solo 24 minuti. Sarà quindi fuori gioco per un lungo periodo ed è altamente improbabile che possa tornare in campo in questa stagione. In caso di infezione da tubercolosi attiva, una persona deve rimanere in isolamento per tre o quattro settimane e sottoporsi a una cura antibiotica. Questo ha un forte impatto sulla condizione fisica, per cui un giocatore dovrà allenarsi per diverse settimane dopo aver completato la cura. Un’assenza minima di cinque o sei settimane sembra quindi inevitabile.
Un giocatore appena arrivato in Olanda
L’ultima partita di questa stagione è in programma per il PSV il 18 maggio, quando la seconda squadra dell’Eredivisie affronterà lo Sparta all’Het Kasteel. De Telegraaf afferma che Pérez è entrato a far parte della squadra il 23 febbraio giocando solo in tre apparizioni da sostituto. Nella semifinale della Coppa KNVB contro il Go Ahead Eagles e nell’Eredivisie contro il Go Ahead Eagles e l’RKC Waalwijk. In totale, si tratta di 24 minuti di gioco che potrebbero rimanere tali. Per i medici il fatto che Pérez sia al PSV solo da così poco tempo può avere un effetto positivo sulla limitazione del numero di infezioni.
Tubercolosi nel PSV: giocatore in isolamento, squadra sotto osservazione
La tubercolosi attiva ha un lungo periodo di incubazione prima che i sintomi si manifestino. Durante questo periodo, il paziente è contagioso. Il periodo iniziale di questo periodo Pérez non era ancora al PSV e questo riduce la possibilità di infezioni nel gruppo di giocatori. Tuttavia, i giocatori e tutti gli altri che sono stati in contatto con il paziente vengono sottoposti a test frequenti per prevenire un’ulteriore diffusione del batterio della tubercolosi. Nel comunicato ufficiale la squadra del PSV aveva lasciato anonimo il calciatore affetto da tubercolosi per tutelare la privacy. Questa la nota: “A un giocatore della nostra prima squadra è stata diagnosticata la tubercolosi attiva. Sebbene la possibilità di ulteriori infezioni sia ridotta, la situazione viene monitorata attentamente e stiamo collaborando con le autorità sanitarie”.
Tubercolosi in Italia: incidenza in calo, ma l’attenzione resta alta
Di tubercolosi in Italia, come nel resto d’Europa, si parla solo in occasione di nuovi focolai. A partire dagli anni Cinquanta, infatti, l’incidenza di nuovi casi di Tbc è notevolmente diminuita in tutta l’Europa Occidentale. Di conseguenza, l’attenzione al problema, il grado di sospetto diagnostico e le competenze specialistiche sono divenute meno diffuse. Tuttavia, nel Paese si verificano ancora più di 4 mila nuovi casi di Tbc all’anno. Un dato che, se da una parte classifica l’Italia tra i Paesi a bassa endemia, dall’altra continua a rappresentare una realtà sanitaria che richiede formazione degli operatori, strategie di prevenzione e attività di controllo. Dai dati di sorveglianza si rileva che l’incidenza della Tbc nell’ultimo decennio si è mantenuta costantemente sotto i 10 casi per 100.000 abitanti (7,4 casi/100.000 abitanti nel 2008). L’incidenza è maggiore nelle Regioni del Centro-Nord rispetto a quelle del Sud, fenomeno dovuto in parte alla sottonotifica dei casi in alcune Regioni e in parte alle caratteristiche della popolazione residente.
(foto in apertura: il Philips Stadion di Eindhoven)
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