(Adnkronos) -Donald Trump si fida di Vladimir Putin ed è convinto che il dialogo con la Russia, che “ha tutte le carte in mano”, sia più semplice. Trattare con l’Ucraina per porre fine alla guerra, invece, è più difficile. Il presidente degli Stati Uniti archivia una giornata double face. Prima, con un post su Truth, minaccia nuove sanzioni verso Mosca che “martella” l’Ucraina con raid ininterrotti. Poi, davanti ai cronisti nello Studio Ovale, manda messaggi concilianti in direzione del Cremlino e di “Vladimir”.
Putin, intanto, sarebbe pronto ad accettare un cessate il fuoco in Ucraina. L’orientamento del presidente russo rimbalza da Bloomberg al Moscow Times: la Russia avrebbe trasmesso la proposta agli Stati Uniti durante i negoziati in Arabia Saudita dello scorso febbraio. Secondo l’indiscrezione Putin, che 24 ore prima ha negato l’ipotesi di qualsiasi concessione, ritiene che la tregua sarà possibile solo se ci sarà un accordo chiaro sui principi di un futuro trattato e sulla composizione della missione di pace. Mosca vuole scegliere i Paesi coinvolti, accettando la partecipazione della Cina e di altri Stati “neutrali”, ma escludendo categoricamente Nato, Francia e Regno Unito.
L’apertura di Putin, tutta da verificare, arriva mentre Trump lancia segnali distensivi. “E’ più facile trovare un accordo con la Russia, è più difficile parlare con l’Ucraina”, dice il presidente americano. “Credo a Putin, stiamo andando molto bene con la Russia. In questo momento stanno bombardando a tappeto l’Ucraina, francamente trovo più difficile parlare con l’Ucraina, che non ha carte in mano”, aggiunge. I rapporti con Kiev potrebbero migliorare la prossima settimana: l’11 marzo a Gedda, in Arabia Saudita, andrà in scena un summit tra Usa e Ucraina. Intanto, Putin bombarda a tappeto approfittando di condizioni favorevoli.
L’Ucraina non ha più accesso alle informazioni dell’intelligence Usa e non può nemmeno sfruttare le immagini satellitari finora fornite dalla compagnia Maxar. “Credo che tutti farebbero quello che sta facendo lui…”, dice Trump. Ma se l’Ucraina viene ‘martellata’, perché gli Usa hanno interrotto gli aiuti? “Devo sapere se vogliono un accordo. Non so se l’Ucraina voglia un accordo. Se non lo vogliono, noi ci chiamiamo fuori”, aggiunge Trump, senza mai nominare Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino ribadisce di volere ”la pace il prima possibile”. ”Per tutta la giornata è andato avanti un lavoro molto intenso e a diversi livelli con il team del presidente Trump, con molti colloqui telefonici.
Il tema è chiaro: la pace il prima possibile”, dice Zelensky nel discorso quotidiano trasmesso sui social media. Intanto, si continua a combattere. Secondo DeepState, piattaforma online vicina all’esercito ucraino, Mosca ha sfondato le difese ucraine nella regione russa di Kursk a sud della città di Sudzha, controllata da Kiev. L’Ucraina ha perso almeno parzialmente il controllo di una strada che porta a Sudzha e ha ritirato le proprie truppe da alcune aree a ovest del villaggio di Sverdlikovo. Le forze russe, in base alle analisi, stanno cercando di tagliare le rotte di rifornimento ucraine, mentre Kiev sta tentando di “stabilizzare la situazione”, spiega una fonte militare.
L’analista militare Yan Matveyev evidenzia che le forze russe stanno accerchiando i reparti da ovest e da est, lasciando un corridoio sempre più stretto per un’eventuale ritirata. “Il corridoio si è ridotto a 12-13 chilometri. Le restanti posizioni sono troppo esposte per garantire sicurezza alle truppe”, scrive su Telegram. Secondo l’attivista ucraino Sergiy Sternenko, la situazione logistica nel Kursk è critica: “Le rotte di rifornimento verso Sudzha sono sotto il pieno controllo del fuoco nemico”, scrive su X. Nel frattempo, il corrispondente militare russo Alexander Kots afferma che Kiev non può più ritirare le sue forze senza gravi perdite, né rifornirle adeguatamente. “È troppo tardi”, scrive. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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