Alla vigilia dell’appena trascorso World Economic Forum di Davos, in Svizzera, l’Oxfam ha pubblicato il suo Rapporto Time to care – Avere cura di noi riassumendo il quadro delle diseguaglianze nel mondo.
Oxfam è una confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si occupano di riduzione della povertà globale, con particolare riferimento alla condizione femminile sul pianeta.
Secondo il report la ricchezza, tra giugno 2018 e giugno 2019, è cresciuta a livello globale ma resta fortemente concentrata al vertice della piramide distributiva: a metà dello scorso anno, l’1% più abbiente della popolazione deteneva lo stesso patrimonio netto dei 6,9 miliardi di persone meno abbienti nel mondo.
In generale, i 2.153 miliardari più ricchi della Terra detengono ormai più soldi di quanti ne possieda il 60% della popolazione mondiale.
L’Italia, dal canto suo, non si distanzia molto dallo scenario globale: l’1% dei benestanti italiani deteneva, alla stessa data, una ricchezza superiore a quella del 70% di coloro che erano in fondo alla classifica dei redditi. Una concentrazione della ricchezza che va soprattutto a scapito delle donne, ulteriormente penalizzate dal peso che hanno nel settore di cura.
In questo comparto – che per l’Oxfam vale 10,8 miliardi e dà un contributo all’economia mondiale stimato intorno al triplo del valore del mercato globale di beni e servizi tecnologici – le donne sono le più presenti e le più sottovalutate.
C’è un impegno domestico e nell’assistenza che non viene pagato – o è sottoretribuito – e che, a livello globale, sempre per l’Oxfam, fa registrare 12,5 miliardi di ore lavorate. Pur costituendo i due terzi della forza lavoro retribuita nel settore di cura, come collaboratrici domestiche, baby-sitter, assistenti per gli anziani, le donne sono spesso anche prive di sussidi, con orari di lavoro irregolari e carichi psico-fisici debilitanti.
Le disparità con gli uomini, poi, sono enormi: nel mondo, sostiene l’Oxfam, il 42% delle donne di fatto non può lavorare perché deve farsi carico della cura di familiari anziani, bambini, disabili; di contro, solo il 6% degli uomini si trova nella stessa situazione. In Italia, al 2018, l’11% delle donne non ha mai avuto un impiego perché si è presa cura dei figli: dato nettamente superiore alla media europea del 3,7%.
Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia ha sottolineato in proposito: «È ora di ripensare il modo in cui il nostro modello economico considera il lavoro di cura. La domanda di questo tipo di lavoratori, non retribuiti o sottopagati, è destinata a crescere nel prossimo decennio dato che la popolazione globale è in aumento con percentuali di invecchiamento sempre più alte. Si stima che entro il 2030, avranno bisogno di assistenza 2,3 miliardi di persone, un incremento di 200 milioni di persone dal 2015».
Forse è anche per questo che temi come la retribuzione del lavoro di cura e il finanziamento della non autosufficienza sono, proprio in questi giorni, al centro della trattativa tra Sindacati e Governo sulla riforma delle pensioni, la cui prossima tappa è il 27 gennaio.
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