Michelina Travetti. Dopo il diploma presso un Istituto tecnico professionale ha lavorato come dirigente nei servizi mensa militare a Bracciano, come capo servizio ristorazione nelle scuole e come dirigente ristorazione al Centro sportivo Forum. Amante dell’arte in tutte le sue espressioni si cimenta nella scultura, pittura, narrativa e poesia. Ha partecipato a molte manifestazioni nazionali e internazionale ottenendo lusinghieri riconoscimenti. Al Concorso 50&Più partecipa da diversi anni. Vive a Ladispoli (Rm).
… Hai figli, nipoti, non hai bisogno d’altro alla tua età…
Parole, che martellano la mente come un tarlo, mentre sospiro affacciata sul Ponte che attraversa una massa d’acqua fangosa, proveniente dal centro della città di Ladispoli, dove vivo. Rumorosa si versa in mare, miscelandosi con l’onda irruenta e decisa ad invadere la spiaggia ormai solitaria.
Di solito questa e l’ora in cui avverto un bisogno inconsulto di raccontare al mare il turbolento vivere con ferite, abusi verbali aberranti, rimproveri, scelte disapprovate, soprusi e diritti annientati data l’età ormai avanzata.
Doveri imposti, vanificando il mio pensiero, il fare, i bisogni di mente e corpo… infine disconoscendo rispetto dei ruoli. Nel mio caso, provvista ancora di saccente cognitiva. Pertanto dovrei attenermi a quanto compete la mia età, 83 anni:
Mamma devi “Rispettare il ruolo di mamma, nonna e bisnonna”. Verdetto consono al mio futuro epilogo sbandierato dalle due sorelle. Non potrei mai, estromettere dalla mia vita l’insita Arte, per tacitare richieste imposte dalle due mie figlie, Rita e Alessia: “Mamma, dedicati di più a noi figli, ricordi che hai nipoti e pronipoti”?. “Ok”, farfugliando replicai, entrambe hanno dimenticato quanto ricevuto in precedenza. Mentre domande, risposte inseguono le fragorose onde, il pensiero ridondante si distrae dalla deprecata realtà del momento!
II bisogno d’Arte, evitando dovizia di particolari, emerge ricco di sagacia spaziando fra molteplici discipline elaborate, anche se sospese più volte durante la vita.
Avverto, affiorare ombre scure, turbolente… voglia ineluttabile d’introspezione dell’io dal sapore nostalgico! Come scordare le molte esperienze vissute in cerca del “Più”, elaborate da estrosa mente? Deduco spaziare nel Dna l’Arte creativa, dove mio padre “Inventore di Meccanica di precisione, Medaglia d’oro dello Stato Italiano e mia madre un eccellenza nella Lirica!”.
Intanto, che i giorni trascorrevano dissociati dalla realtà, riapparve prepotente la “posteggiata” materia Letteraria. Lei che durante l’adolescenza la vissi “speciale”. Periodo in cui significavo l’amore in Poesia, grazie ai sedici anni dove, alternavo tempi e percorsi con la pittura creativa. Più tardi in età adulta, rammento intensa felicità organizzare mostre! Significava, conquistare gratificazioni indescrivibili condivise col padre dei nostri figli, fiero del mio talento critico attento, obiettivo nel giudizio.
Più tardi, la mia vita subì una catastrofe la sua morte! Mi scoprii incapace, di fare Arte in solitaria accantonandola drasticamente. Cercai un lavoro per il fabbisogno dei nostri quattro figli, di anni 20 … 19 … 15 … e 4 … l’ultima. I più grandi cercarono subito lavoro, il terzultimo mi aiutava con la piccola Alessia, purtroppo durante il giorno dovevo assentarmi per lavorare .
Ancora non ci credevo, trovarmi sola a quarantasei anni? Accusavo una parte del mio corpo, ormai perso… come pure la dedizione a l’Arte.
Spesso il desiderio di creare, metteva a repentaglio il fare del momento, in quel caso dispiaciuta mi affrettavo riporre l’idea nel solito cassetto, contenta di creare bozze! La voglia di scrivere, però, crebbe sempre più tenace, lei richiedeva meno danaro di altre discipline. Affiorava smodato il bisogno di verbalizzare sul cartaceo, emergenti silenzi, disegni, progetti disattesi, realtà capaci di evidenziare disagi confusi, illuminati da straripanti capacity espressive all’interno del percorso cognitivo.
L’Arte quale Essa sia, ci racconta le difficoltà nel raggiungere realtà significative su qualsiasi percorso si proceda!
Lo scrittore secondo la mia esperienza, agisce in qualità di creatore emozionale trasmettendo esaltazione talentuosa nell’inventare una propria storia e tecnica. Parole, espressioni capaci di evidenziare nell’interlocutore.. durante l’attimo creativo irruenti emozioni ! Oggi vivendo la terza età, mi chiedo quale fosse il “denominatore comune” fra le molteplici discipline artistiche a tutt’oggi esplicate. Spesso fra le risposte interiori affiora una scelta che mi sorprende “Scrivere!”. Forse è vero ma allora come spiegare “Talento e passione” per la cucina ? Anche lei, rientra fra le mie scelte artistiche vissuta fino alla conquista dell’agognato Capo/Chef presso il celebre “C.S.I Forum”.
In cucina il gusto, nasce da un tripudio di colori e sapori che in giusta dose esaltano profonda goduria spazio cognitivo giusto in cui “Creò l’Opera” raccogliendo attimi emozionanti, gratificati dagli ok della numerosa clientela per sapori ritenuti invitanti accompagnati dall’armonia del colore. In attesa, che la fiamma arde e l’acqua bolle, misticanze di idee avanzano sagaci e creative, affiorando silenti in molteplici percorsi fra neuroni impegnati alla ricerca del “Più buono”. Creare un piatto dal sapore nuovo gratifica la cognitiva, esaltando le peculiarità nutrendo, inebriando corpo e mente!
Altra disciplina Artistica in comunione caratteriale, con radici familiari anche se tardiva affiora tacita ai margini dei cinquanta anni: “La Scultura!”.
Mi avvicinai a Lei per sbaglio, nel momento in cui ii mio sguardo venne catturato da uno scarto di materiale edile “SIPOREX”.
Per me creare una scultura, è come portare avanti una gestazione illimitata, per poi partorire l’Opera. Durante, la crescita nel grembo artistico mi scopro dialogare spesso con lei, come fosse provvista di un anima in ascolto?
La carezzo, la sfioro, percependo quanto intendo vedere al momento il più possibile somigliante al prototipo, che visualizzo nel lobo preposto del cervello dove rimango incantata ammirandola da angolature diverse!
Addolcisco ancora una volta l’espressione, smussando il margine sinistro del volto si ecco proprio cosi! Silente affiora il sorriso voluto! Ancora la carezzo rifilando l’ovale del volto. Accenno un sorriso quasi ringraziando me stessa per il risultato ottenuto. Beandomi di tanto percepisco dalla muta voce un timido “grazie”.
Indescrivibile l’emozione che scatena, ammirando l’Opera compiuta, l’ammiro quasi orgogliosa, come quando carezzavo i miei figli appena nati! L’Opera scultorea a mio giudizio sembra assumere una identità là dove ci si resta imprigionati. Posta in bellavista spazio giusto per esaltarne luci ed ombre, osservandola avverto nutrirmi della sua linfa, sfiorandola lo sguardo la carezza … è un saluto?
La Mente intanto, vive anche la Regia di altre discipline Artistiche inerenti alla “Letteratura”, nata come menzionata in età adolescenziale. Ricordo le mie uscite, sempre programmate in compagnia di carta e penna, in cerca di sfumature incentivo per scrivere diventato quasi un bisogno fisico uscire? Farlo voleva dire attingere al serbatoio universale, che mi avrebbe permesso un godimento emotivo esaltante a cui non sapevo rinunciare quasi ne fossi dipendente.
Mi affascinava la provata goduria, ogni giorno il quaderno si arricchiva di contenuti nuovi che regolarmente riponevo nel mio cassetto segreto. Ambito in cui la curiosità delle mie sorelle mi costrinse, tenere segrete le mie emozioni, evitando il nomignolo affibbiatomi di “l’Artista!”.
II posto preferito di ogni passeggiata comunque terminava a Fontana di Trevi! Rammento lasciarmi catturare volentieri, restando incantata davanti a tanto talento, perdendomi fra i personaggi scolpiti nella pietra dallo scultore Pietro Bracci.
In realtà, affioravano nella mente tacite storie surreali, tutto prendeva vita dal connubio dello sciabordio della limpida acqua e l’inventiva mentale! Rientro nella logica ispirata da l’ammanto emotivo in un lampo la penna rincorre il pensiero dettato da misteriosa entità, regista di dubbie scenografie, argomentazioni irreali. Raccatto confuse impressioni, affiorate dal nulla, in cui credetti giusto mettere in pausa una riflessione come nacque il tutto?
Le “note” della Poesia!
L’Omo nun la cerca, nun se la po’ inventà… è lei che rincore er poeta solitario… nell’attimo de fuga! Je ronza attorno, de sopra de sotto quasi, a deviallo tanto da creaje na confusione ner cervello?
Nasce l’Evento, che mette a repentaio la parola “Poeta!”.
Luci e ombre, rapischeno l’Anima dalla realtà… Lui confuso sembra cerca quarcosa, mentre la mano fruga, l’ha trovata… un pezzo de carta e na matita smozzicata…
Intanto che cerca in celo, er fojo pronto e la mano trema note sparpajate voleno, forse farfalle colorate… er tema? Lui, rincore in arto er movimento e come sotto dettatura la mano, imprime sulla carta, parole, punteggiatura come fusse già Poesia, la domanda è d’obbligo… ma allora chi è er Poeta, le farfalle sparse in celo o la creatività dell’OMO?
Importante intervenire con tempestiva sagacia nel percepire il brivido “emotivo!”. Rileggendo a ritroso, quasi disconosco essere l’autrice di saccenti espressioni, tanto da chiedermi: Ma… davvero, ho avuto capacità di scrivere questo in pochi secondi? Pertanto concluderei: il Poeta è colui che scrive catturando note… là dove avverta il richiamo emotivo di “Alto gradimento!”.
In tal caso, i neuroni del lobo cognitivo preposto, esercitano pressioni su diversi punti corporali, stimolando specifiche emozioni coinvolgenti l’Anima! Affiora muta una vibrazione interiore, vissuta come l’accensione della miccia pronta esplodere, provocando silenti gemiti emozionali all’interno del nostro “involucro”. Tale stato fisico definito da me medesima “Sublime … emozione creativa artistica!”. Fra impervi spazi mentali, dove molti pensieri si accavallano aggrovigliati, affiorano sofferti vissuti “certi e incerti” in cui, mi chiedo perché trascurarli, ritenendoli decisivi? Riconosco affrontare con insofferente difficoltà, l’abolizione della ricerca del “Più” in qualunque direzione vada. Quale utilità rivangare vessazioni ricevute? Sarebbe come, perpetrare a se stessi smodate riflessioni in quanto solo in tarda età si acquisiscono risposte, che si cercano durante l’arco della vita.
La ricerca del “Più” in qualsiasi disciplina acceda a l’Arte, ha capacità di attenuare le molteplici ferite ricevute.
Che significato avrebbe attualmente che il capo è canuto sublimare vendetta?
Forse potrebbe essere un gesto lenitivo alla sofferenza, certamente però incapace di rimarginare ferite nell’Anima di una madre.
Spesso quando la melanconia ammanta la tacita riflessione aggrappandosi al mio pensiero, avverto vacillare il futuro costretta lottare contro i miei figli la cui parola aggredisce la mia libertà di corpo e mente!
“Mamma, vedi, di goderti nipoti e pronipoti finché le facoltà mentali lo permettono, alla tua età si rispettano i ruoli di mamma, nonna e bisnonna ok?”.
Offesa, replico farfugliando l’ingiusta osservazione: “Non è stato sufficiente la madre e padre o forse devo ricordarvi, che rimasi sola a 46 anni con quattro figli?”. Nel silente io, mi domando quando potrò disporre dell’agognata libertà, dire che non vedevo l’ora d’invecchiare, speranzosa disporre di una esigua libertà personale pur di dedicarmi un po’ a l’Arte? Forse il ruolo di madre non ha diritto di viverla in assoluta libertà o dovere “Ineluttabile” in grado, di soffocare l’Arte per l’egoismo figliale? “Ho dimenticato parte della mia vita di “Donna” per voi figli siete irriconoscenti! Alla mia età l’Arte è una rinascita interiore, capace di addolcire un turbolento vissuto ingrato, ingiusto, vivendo di poco per dare a voi figli, negandomi il giusto”. L’epilogo cognitivo, rincorre il pensiero negativo di una eventuale estrema fine, dove le braccia stringono il petto tutelandolo mentre l’Anima rifiuta di morire !
La disperazione lacera l’esile coraggio rimasto speranzoso vive confuso, muto, sordo, cieco in silente attesa che riemerga un briciolo di quiete e riconosciuta libertà, da me percepita “essermi strappata come l’avessi rubata?”.
Oggi il pensiero annaspa fra insecchite ferite, ha deciso di ribellarsi, vuole rinascere, ritornando a creare mentre dall’Io “Più” affiorano nuove gemme dove speciale linfa nutre gratificando l’Io deluso deciso a “Riemergere!”.