Nel suo ultimo webinar il professor Marco Trabucchi ha voluto sfatare alcuni pregiudizi dimostrando che intervenire sullo stile di vita può aiutarci a difendere e mantenere una buona memoria.
Cosa succede quando si ha la sensazione di non ricordare più come una volta? Quando la memoria viene meno? Ricordare, avere buona memoria è un privilegio solo delle persone giovani e di pochi fortunati anziani? Forse, la storia che sto per narrarvi, può offrirci alcuni spunti di riflessione.
I problemi di memoria di Gianna, una “giovane” 75enne
Gianna è una signora di 75 anni, molto ben portati: complessivamente sana, forse anche “giovane per la sua età”. E tuttavia, negli ultimi tempi ha iniziato a lamentarsi con i suoi famigliari per alcuni disturbi della memoria. La cosa inizia a preoccuparla: è una sensazione nuova e sgradevole su cui nessuno nel suo giro di amicizie sa darle spiegazioni esaurienti. D’altra parte, non vuole recarsi dal medico di famiglia, perché teme di correre due rischi tra loro opposti. Da un lato, il medico potrebbe non prendere seriamente in considerazione le sue lamentele. Dall’altro lato, egli potrebbe sottoporla ad esami che non vuole eseguire.
Dopo qualche mese, poiché la sensazione di smemoratezza continua a non darle pace, Gianna decide di rivolgersi al medico. Questi, persona seria e preparata, ha un colloquio approfondito con la sua paziente. Alla fine conclude che la signora ha solo bisogno di essere rassicurata e la invita ad adottare alcuni semplici accorgimenti, come di seguito indicato. La signora si rasserena e si propone di seguire con impegno le indicazioni ricevute, anche se qualche conoscente insiste per un approfondimento della situazione. È questo il tipico atteggiamento di chi ripone una fiducia irragionevole nei farmaci e, al contrario, non crede che intervenire sullo stile di vita possa portare a benefici concreti.
Le riflessioni del medico
Il medico prima di arrivare a questa conclusione aveva scartato nella sua analisi alcune possibili alternative.
La signora ha paura di invecchiare e quindi tende ad ampliare uno stato di disagio molto lieve? Questa ipotesi viene scartata, così come quella di un eventuale depressione del tono dell’umore. La signora è infatti equilibrata. Essa, nonostante la recente crisi, osserva con serenità la propria vita, mangia regolarmente, non ha disturbi del sonno.
La signora può essere affetta da una demenza, quella di Alzheimer in particolare? Anche questa ipotesi è da scartare, in quanto i sintomi sono lievi e non raggiungono un livello tale da indurre all’esecuzione di esami neuropsicologici o di alcune indagini di imaging cerebrale.
La signora sta vivendo una condizione temporanea di disagio? È questa l’ipotesi più plausibile per il medico, supportata anche dal fatto che la paziente riferisce anche preoccupazioni e dispiaceri.
Il medico è peraltro convinto, in linea con gli studi più recenti in questo campo, che il passare degli anni non sia di per sé una condizione che riduce la memoria. Però, invita la signora a ripresentarsi da lui dopo un anno per studiare l’eventuale evoluzione della sintomatologia sul piano oggettivo, ma anche l’interpretazione che la paziente dà del suo stato.
Alcuni consigli sullo stile di vita
Il medico non trascura tra le ipotesi che delinea, ma che non comunica alla signora, anche la possibilità di un’evoluzione verso la demenza. La visita si conclude con alcuni consigli, che il medico comunica a Gianna con pazienza e senza fretta. Li riportiamo qui di seguito.
- Fare attenzione a tutti i momenti della vita. Nulla deve scorrere sotto gli occhi senza soffermarsi, con il gusto di vedere per capire. È noto infatti che quando non si esercita attenzione su un certo evento, una certa persona, poi è difficile ricordarsi che cosa è avvenuto. Sembra una mancanza di memoria e invece è una mancanza di attenzione.
- Concedersi tempo per imparare cose nuove. In età avanzata apprendere può richiedere più tempo e una maggiore concentrazione.
- Non aspettarsi di ricordare nomi e fatti velocemente come nella giovinezza. Ciò può prevenire inutile ansia. Occorre più tempo per rievocare le informazioni, ma la capacità di ricordare resta uguale.
- Proporsi di esercitare la memoria facendo mentalmente o ad alta voce brevi riassunti di letture di giornali o libri, o di trasmissioni televisive, almeno una volta al giorno.
- Ricordarsi quanto diceva Cicerone: “memoria minuitur, nisi exerceas”, ossia che la memoria perde forza se non è allenata. Qualcuno paragona la memoria ai muscoli. Alla base di entrambi gli esempi, vi è la necessità di fare esercizio, meglio se in modo costante.
- Essere convinti che le amnesie che danno fastidio talvolta nascondono quello che non si vuol ricordare o non interessa. Ad esempio, l’anomia, cioè la dimenticanza dei nomi, spesso indica un rapporto negativo o poco interessante con la persona della quale si dimentica il nome.
- Non ritenere che esista un farmaco miracoloso per la memoria. Una vita regolare, con un’adeguata attività fisica, una buona alimentazione e una vivace cerchia di parenti e di amici è meglio di qualsiasi “pozione”.
Una breve nota sui tempi che stiamo vivendo
La storia di Gianna e la descrizione del suo disturbo di memoria si riferisce a una condizione comparsa prima della pandemia, evento che ha profondamente modificato la vita di molti anziani in questi mesi.
Occorre ricordare, infatti, che lo stress indotto dalle notizie dei media e dalle conversazioni tra gli individui, l’isolamento sociale e la solitudine hanno profondamente inciso sulla qualità della vita di molti anziani, portando alla comparsa di sintomi come, ad esempio, la sensazione soggettiva di una riduzione della memoria. In questi casi il supporto di un medico o di uno psicologo, assieme ad un’azione sull’ambiente di vita, ottiene la riduzione della sintomatologia e spesso la sua scomparsa. In altri casi, al contrario, le condizioni di difficoltà portano ad uno squilibrio psicologico, che può accelerare la comparsa di una demenza, la cui sintomatologia si sarebbe altrimenti palesata solo dopo un certo numero di mesi.
È possibile rivedere la registrazione del Webinar Tra memoria e smemoratezza collegandosi al seguente link.
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