Ogni anno l’Eurostat Regional Yearbook mette a confronto fra loro le varie regioni dei Paesi Membri dell’Unione Europea. Sul piatto della bilancia ci sono i temi più svariati, dal sociale al digitale, dal lavoro all’ambiente. L’ultimo Annuario Regionale di Eurostat – l’Istituto di Statistica Europeo – è stato pubblicato lo scorso 18 settembre: dalle sue pagine esce un’Italia complessa, fatta di luci e ombre.
Un maggiore rischio povertà nelle regioni del Sud Italia
Se si calcola una media europea del 16.8%, regioni come la Campania (41.4%), la Sicilia (40.7%) e la Calabria (32.7%) sono tra le aree dell’Ue con la quota maggiore di popolazione a rischio povertà. A fare loro “compagnia” ci sono Ceuta in Marocco, l’Extremadura in Spagna e alcune zone del Nord Est della Romania. Ma non è tutto: Campania, Sicilia, Calabria insieme a Puglia e Basilicata compaiono anche tra le 10 regioni in cui è più marcato il cosiddetto “gender gap”, ossia la differenza tra i livelli di occupazione degli uomini e quello delle donne.
A chi va la maglia nera per gli incidenti d’auto
In generale, gli incidenti stradali avvengono più di frequente in alcune delle regioni più popolate dell’Ue. Ma è alla Lombardia che va il maggior numero di morti per incidenti nel 2018 (483). Con un certo distacco seguono la regione francese del Rodano (361), il Lazio (338) e la Catalogna in Spagna (326).
Un territorio ancora troppo fragile
Ma per Eurostat il nostro Paese ha un’altra vulnerabilità: il suo ambiente è fortemente a rischio. Ben 8 regioni italiane, infatti, figurano tra le prime 10 zone europee con la quota maggiore di erosione del suolo a causa dell’acqua. Si tratta di Marche, Sicilia, Calabria, Campania, Molise, Valle d’Aosta, Basilicata e Umbria. Al primo posto in Europa troviamo le Marche, con una quota del 47.6%, rispetto ad una più bassa media europea del 5.3%.
L’Ue incorona le regioni italiane più longeve
Fortunatamente c’è anche qualche dato in grado di consolarci. E per l’Italia arriva proprio dai numeri sulla longevità, quelli relativi alla popolazione europea più anziana. Secondo il report infatti la media europea relativa all’aspettativa di vita è di 78,2 anni, pertanto la Provincia autonoma di Trento con i suoi 82,7 anni è al primo posto per la longevità degli uomini. Forse, non a caso, alla stessa città spetta il primato italiano di sostenibilità. Dopo una seconda posizione detenuta dalla regione di Madrid (82,5 anni), troviamo un’altra Provincia autonoma, quella di Bolzano (82,3 anni), e altre due regioni italiane, l’Umbria e le Marche (a pari merito con 82,2 anni).
Il “gap” femminile, un elemento su cui lavorare
La longevità maschile è un primato che fa sicuramente ben sperare. Tuttavia ci sono ampi margini di miglioramento, soprattutto se consideriamo i dati relativi alle donne. Per quanto riguarda l’aspettativa di vita delle donne, infatti, le statistiche Eurostat indicano in particolare alcune zone in Spagna e Francia. Sul podio c’è la regione di Madrid (88,1 anni), seguita dalla Comunidad Foral de Navarra (87,3 anni), dalla Corsica (87,2 anni), da Castilla y Leon (87,1 anni) e dai Paesi Baschi (87 anni).
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