Trasformare le sfide in opportunità, esplorare nuovi orizzonti per reinventarsi, mettere in campo idee innovative per progettare un mondo inclusivo nel quale i leader di tutto il mondo, donne e uomini, si possano ispirare per ridefinire le norme e rimodellare la vita di un pianeta sconvolto dalla crisi scatenata dalla pandemia. È questo l’obiettivo del prossimo Women’s Forum for the Economy & Society che si terrà il in edizione virtuale a causa del Covid19. Un’edizione insolita, quella del Forum di quest’anno, che non impedirà, però, di coinvolgere 25mila donne provenienti dai cinque continenti, di amplificare la loro voce di leader in campo economico, politico, accademico, di sottolineare il ruolo crescente della figura femminile nell’economia e nella società, ad ogni livello.
A queste donne, alle 100 donne che cambieranno il mondo, D – La Repubblica delle donne ha dedicato un intero numero. Tra di esse ci sono molte over 50: ecco i loro profili.
Diritti umani
La prima senior ad entrare nella lista è Norma Pimentel, la missionaria texana di 65 anni. Ribattezzata la “Madre Teresa del Sud del Texas”, l’americana ha creato un centro di accoglienza nel 2014 in cui ha aiutato più di 150mila messicani, dando asilo anche a 300 persone al giorno. Un lavoro che le è valso anche un elogio da parte di Papa Francesco. La sua idea ha preso vita dopo aver fatto visita a una struttura di detenzione in cui centinaia di bambini immigrati (di quattro o cinque anni) venivano rinchiusi per settimane in condizioni estreme. Così, Norma ha creato il proprio centro di assistenza al confine meridionale degli Stati Uniti in modo che intere famiglie non debbano più separarsi dai propri figli.
Impresa
Ed è proprio ai bambini, e soprattutto alle bambine, che si rivolge Miriam Gonzales Durantez, avvocato d’affari internazionali e vicepresidente di UBS Europe. La cinquantaduenne l’anno scorso ha fondato Inspiring Girls International, l’organizzazione che opera in 15 Paesi, tra cui l’Italia, per sostenere le aspirazioni delle ragazze, fornendo loro modelli femminili che le incoraggino a realizzare i propri desideri libere da pregiudizi e stereotipi. Nello stesso campo è stata ricordata anche la cinquantacinquenne Melinda Gates, moglie del famoso Bill, che dopo aver conseguito una laurea in Economia e Scienze informatiche e aver conquistato il ruolo da dirigente di Microsoft, ha conosciuto quello che sarebbe diventato suo marito e padre dei suoi tre figli. Insieme a lui, Melinda è la co-presidente della fondazione a loro nome. Il loro obiettivo è quello di ridurre la povertà estrema e migliorare l’assistenza sanitaria nel mondo, concentrandosi sulla vaccinazione dei bambini e la distribuzione della pillola contraccettiva nei Paesi in via di sviluppo.
Letteratura
A far parte delle 100 donne della lista c’è anche la scrittrice Rachel Cusk di 53 anni. Canadese, ma di cittadinanza britannica, la Cusk ha riscritto (letteralmente) i parametri del genere romanzesco. I suoi tre libri (Resoconto, Transiti e Onori), conosciuti come “la trilogia dell’ascolto” e pubblicati da Einaudi, raccontano le vicende di Faye, anche lei scrittrice di mezz’età, che va in giro per il mondo incontrando persone che finiscono per diventare la sua voce. Intorno a lei si trova un universo di uomini, donne, genitori, figli, animali domestici e case. Una narrazione che ha fatto impazzire The Guardian e il New York Times che l’hanno elogiata per la prosa brillante usando l’aggettivo “eccezionale”.
Ecologia
Kristine McDivitt Tompkins, di 70 anni, si distingue indossando le vesti di ambientalista. Compagna di vita di Douglas Tompinks, fondatore dell’azienda di abbigliamento sportivo The North Face, e sua volta fondatrice del brand Patagonia. Una volta raggiunto il titolo di milionari, i due hanno deciso di investire i loro soldi in qualcosa di grande per il pianeta. Così sono andati a vivere fra l’Argentina e il Cile per acquistare terreni e vaste aree di rilevanza ambientale, trasformarle in parchi naturali e riconsegnarle agli abitanti. Le difficoltà sono tante, soprattutto per le resistenze del governo cileno. Poi nel 2015 Douglas muore in un incidente e l’unico obiettivo che tiene viva Kristine è quello di portare a termine il loro progetto. Ci sono voluti tre anni di duro lavoro, ma ad oggi la signora Tompkins è riuscita a costruire 5 parchi nazionali, ampliandone altri tre già esistenti.
Scienza
Chi ha seguito fin dall’inizio gli sviluppi della ricerca sul Covid-19 non può non ricordarsi di loro, le tre ricercatrici dello Spallanzani: Maria Rosaria Capobianchi, classe 1953, capo del Laboratorio di Virologia dell’Istituto Spallanzani di Roma; Concetta Castilletti, 57 anni, responsabile dell’Unità dei virus emergenti allo Spallanzani e Francesca Colavita, classe 1990, ricercatrice precaria. Sono loro ad aver isolato il ceppo virale SARS-CoV-2, causa della malattia che ha colpito la popolazione. Dalla sequenza parziale del virus è stato possibile iniziare gli studi sulla sua composizione e ricercare un vaccino che possa arginarne gli effetti. Un contributo decisivo merito delle competenze di questo trio intergenerazionale tutto italiano.
Politica
Madeleine Albright, 83 anni, è la seconda donna più anziana presente nella lista. Nata a Praga nel 1937, di origine ebraica, lascia la sua terra per migrare prima a Londra e poi negli Stati Uniti, così da sfuggire alle persecuzioni del Terzo Reich. Studia Diritto pubblico e diventa professore di Affari Internazionali. Tra il 1997 e il 2001 è Segretario di Stato durante il secondo mandato di Bill Clinton, prima donna nella storia a ricoprire questo incarico. Durante un’intervista ha affermato: «Non voglio essere ricordata. Sono ancora qui e ho molte cose da fare. Per quanto possa sembrare difficile, voglio che ogni fase della mia vita sia più eccitante della precedente». Una risposta a favore delle potenzialità della terza età per le quali Albright si è sempre battuta.
Arte
Ma la più longeva di queste 100 donne è Claudia Andujar, fotografa e attivista brasiliana di 89 anni. Come la Albright, anche lei nasce in Europa da una famiglia di ebrei ungheresi. Le sorti della sua intera famiglia finiscono ad Auschwitz e lei si salva solo perché riesce a fuggire con la madre in America. Nel 1971 trova finalmente un luogo da chiamare “casa” e si stabilisce così nel mezzo della foresta pluviale tra gli indios Yanomani. Da lì inizia il suo amore per quella popolazione e le sue usanze. Ma alla fine degli Anni ’70 la costruzione di un’autostrada diede il via al disboscamento e alla strage degli indios causata da epidemie, incendi, devastazioni di piante e animali. Gli indios morirono a migliaia e Claudia decise di battersi per loro e per la loro terra, in nome di un orrore che aveva già vissuto. La sua lotta durò 15 anni, finché nel 1992 ottenne il riconoscimento di un territorio protetto per i suoi indios.
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