L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha scavato un solco profondo ma invisibile tra medici e pazienti. Le motivazioni sono semplici. Da una parte la necessità, per i primi, di concentrare tutti i loro sforzi sul contenimento dell’epidemia; dall’altra il timore, nei secondi, di entrare a contatto con personale a rischio.
Il Covid ha fatto saltare gli equilibri. Ha spazzato via in breve tempo quella prevenzione fatta di scadenze, appuntamenti e visite con il medico curante. Per questo Cittadinanzattiva ha lanciato la campagna “Torniamo a curarci”.
Realizzata in collaborazione con la Fimmg – la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale -, è patrocinata dal Ministero della Salute e si avvale del sostegno di oltre 80 realtà del mondo dell’attivismo civico, della tutela dei pazienti, della sanità e della scienza. Tutti uniti con un solo appello: “Avviciniamoci di nuovo alle strutture ospedaliere e agli ambulatori medici con serenità”.
Medici e pazienti: due metà della stessa mela
“Non togliamo il medico di torno”: recita così l’iniziativa. Parole semplici ma efficaci che ricordano a medici e pazienti l’importanza di tornare ad incontrarsi. Naturalmente seguendo le giuste precauzioni. Secondo il claim della campagna, infatti, medici e pazienti sono due metà della stessa mela.
È lo stesso Antonio Gaudioso, segretario della Onlus, a spiegarne le motivazioni in un comunicato: “Un aspetto fondamentale di questa campagna è proprio quello del rapporto di fiducia tra medico e paziente. In questa fase è fondamentale non dimenticarsi di chi ha bisogno del Servizio Sanitario per attività sospese a causa della pandemia, e che dobbiamo riportare alle cure”.
D’altronde, se le persone non riacquisteranno fiducia, avvisano le Associazioni dei medici, ci sarà il rischio di dover affrontare nei prossimi mesi gli effetti delle mancate cure. L’emergenza sanitaria ha comportato l’insorgere di problemi pratici, come la cancellazione di esami e visite con un conseguente aumento del senso di incertezza, sfiducia e abbandono.
Gli obiettivi della campagna: ridurre le attese e rassicurare
Non si tratta, però, solo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del ritorno alle cure. Nelle intenzioni dei promotori di “Torniamo a curarci” c’è anche la volontà di far fronte comune per abbattere le lunghe file di attesa causate dalla pandemia. A ciò si aggiunge il bisogno di rassicurare i cittadini sull’efficacia delle misure di sicurezza messe in campo durante l’emergenza.
Le maggiori difficoltà, quelle con i pazienti cronici
Il XVIII Rapporto nazionale di Cittadinanzattiva sulle malattie croniche, recentemente presentato con il titolo Isolati ma non soli: la risposta alla pandemia nel racconto delle associazioni, ha fatto emergere le maggiori criticità. Intervistando i membri di 34 associazioni di pazienti affetti da malattie croniche, è risultato che 2 su 5 lamentavano esami o interventi cancellati. Uno su 2 ha dichiarato di aver avuto difficoltà a rimanere in contatto con i centri di assistenza per la propria patologia. Per uno su 10 è stato difficile reperire la terapia poiché i farmaci erano impiegati per i casi di Covid-19. A questi problemi di natura “pratica” si sono aggiunti – per 3 cittadini su 5 – sentimenti di solitudine e confusione.
Come e dove seguire l’iniziativa “Torniamo a curarci”
Riannodare i rapporti tra curato e curante è un problema che riguarda tutti. Tornare ad aver fiducia nelle cure e negli operatori sanitari è la maggior garanzia per stare bene in salute. L’iniziativa, partita il 12 ottobre, prevede passaggi su diversi canali, anzitutto radiofonici. E non solo. La campagna, infatti, è raggiungibile sul sito ufficiale e sarà online anche sui Social Media con #torniamoacurarci.
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