Il fenomeno di La Niña quest’anno è arrivato in ritardo, con ripercussioni ancora incerte sulla stagione fredda
L’ultima Niña del 2024 è appena arrivata. Lo hanno appena annunciato gli esperti americani della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) sottolineando però la stranezza di un arrivo atteso fin dallo scorso autunno e dunque in ritardo sui modelli previsti. Il fenomeno del graduale raffreddamento delle acque superficiali dell’oceano Pacifico, dunque, quest’anno potrebbe riservare delle sorprese. In pratica, proprio per la tempistica straordinaria, gli studiosi non danno per scontato che il suo arrivo sarà accompagnato da aria gelida nel Mediterraneo, accompagnata da neve. Come, invece, in genere accade.
El Niño e La Niña: due facce della stessa medaglia climatica
La Niña rientra nel normale ciclo climatico naturale, ma come il suo opposto, El Niño, può causare condizioni meteorologiche estreme in tutto il mondo. Quest’ultimo infatti è il responsabile del surriscaldamento delle acque dell’Oceano. Semplificando, immaginiamo di avere una pentola d’acqua sul fuoco. Aumentando la fiamma (El Niño), l’acqua si riscalda e il vapore acqueo sale nell’aria, provocando maggiori precipitazioni in alcune zone. Abbassando la fiamma (La Niña), l’acqua si raffredda e l’evaporazione diminuisce, causando meno precipitazioni in quelle stesse zone.
Una Niña più debole vuol dire meno impatti sul clima globale
Per gli scienziati dell’ente statunitense quest’anno il fenomeno della Niña sarà, a sorpresa, più breve e meno intenso del solito. Questo perché è arrivata più tardi del previsto (era attesa già dallo scorso autunno) e non ha avuto il tempo di rafforzarsi prima dell’inizio dell’inverno. Le sue condizioni, infatti, persisteranno fino a febbraio-aprile 2025 (59% di probabilità), con una transizione a condizioni “neutre” da marzo a maggio (60% di probabilità). Ciò non significa, aggiungono, che sia impossibile una durata più lunga: c’è infatti il 40% di probabilità che persista fino a marzo-maggio 2025.
Verso un inverno più freddo? Ecco cosa dicono gli esperti
La Niña anche se debole, può influenzare il clima invernale. Considerando però che quest’ultimo tiene conto anche di altri fattori, come latitudine, altitudine, esposizione, distanza dal mare o da grandi bacini acquei, correnti marine, venti dominanti. Generalmente il fenomeno porta temperature più fredde del normale in Europa occidentale e condizioni più umide e fredde sulle Alpi. Che si traducono in nevicate più frequenti e più abbondanti. Ma è troppo presto per dirlo. Per sapere l’andamento della stagione non resta che attendere il prossimo aggiornamento Noaa previsto per il 13 febbraio.
Il 2024 è l’anno più caldo di sempre (e il 2025 non sarà da meno)
Il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre grazie anche all’influenza de El Niño. Ma anche il 2025, per gli scienziati, si avvia ad essere uno dei tre più caldi mai registrati. Da giugno 2023, secondo un portavoce di Omm (Organizzazione meteorologica mondiale) si sono verificate temperature eccezionalmente calde sulla superfice terrestre e marina. Se anche La Niña dovesse generare temperature più basse (ma è troppo presto per dirlo), non basterà a cambiare il trend dell’aumento per i gas serra nell’atmosfera.
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