Oltre sei milioni di italiani convivono con malattie tiroidee, un dato che evidenzia l’importanza di una corretta informazione e prevenzione. La maggior parte dei casi riguarda l’ipotiroidismo, che colpisce prevalentemente le donne dopo i 35-40 anni.
La campagna educazionale Dal Palato alla Tiroide, patrocinata dalla Società Italiana di Endocrinologia (SIE) con il contributo di IBSA Italia è stata realizzata con lo scopo e di chiarire il complesso rapporto tra alimentazione e disturbi tiroidei, fornendo informazioni chiare e pratiche per migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Il crescente numero di ricerche online sul tema dimostra la necessità di fare chiarezza su questo argomento. La campagna, infatti, si basa sull’idea che una dieta equilibrata possa giocare un ruolo fondamentale nella gestione delle disfunzioni tiroidee. Tra gli strumenti messi a disposizione, spicca un elenco di “ricette amiche della tiroide, realizzato grazie al contributo di utenti e specialisti endocrinologi e pensato per chi desidera seguire un’alimentazione sana e bilanciata, pur soffrendo di problemi alla tiroide.
L’importanza di una corretta informazione
La professoressa Maria Grazia Castagna, Professore Associato di Endocrinologia presso l’Università di Siena, ha sottolineato l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce: “La prevenzione e la gestione efficace delle malattie tiroidee dipendono in gran parte da una corretta informazione e dall’adozione di buone pratiche quotidiane. Nonostante siano spesso sottovalutate, si stima che le patologie della tiroide colpiscano tra il 5 e il 10% della popolazione italiana. Una diagnosi tempestiva è cruciale per migliorare la qualità della vita dei pazienti”.
L’ipotiroidismo, in particolare, colpisce quasi 3 milioni di persone in Italia, con un’incidenza maggiore nelle donne tra i 55 e i 64 anni. I sintomi possono includere stanchezza, aumento di peso, intolleranza al freddo, pelle secca, rallentamento cardiaco, depressione e problemi di memoria.
Il rapporto tra cura farmacologica e alimentazione
“La levotiroxina è il trattamento standard per l’ipotiroidismo – ha commentato la professoressa Annamaria Colao, Professore Ordinario di Endocrinologia all’Università Federico II di Napoli – ma la personalizzazione della terapia e il monitoraggio costante sono essenziali per garantire un equilibrio ottimale”. La professoressa Colao ha inoltre sottolineato l’importanza di un’alimentazione equilibrata, ricca di iodio e selenio, elementi fondamentali per il corretto funzionamento della tiroide: “Un regime alimentare vario e personalizzato rappresenta una valida strategia di prevenzione. È essenziale fare chiarezza su quali alimenti possano realmente influire sulla salute della tiroide, sgombrando il campo da fake news e falsi miti”.
Glutine, si grazie
Uno degli esempi più comuni di falsi miti riguarda l’eliminazione del glutine. Secondo la professoressa Castagna, “la convinzione che eliminare il glutine dalla dieta possa migliorare la funzione tiroidea, anche in assenza di celiachia, è errata. In realtà, in condizioni normali eliminare il glutine non comporta alcun beneficio e potrebbe addirittura causare carenze nutrizionali”. L’eccezione riguarda la coesistenza di “tiroidite di Hashimoto” e celiachia. In questi casi, una dieta senza glutine è necessaria, ma solo sotto stretta supervisione medica.
La campagna Dal Palato alla Tiroide offre un contributo concreto alla diffusione di informazioni corrette e scientificamente validate sul rapporto tra alimentazione e salute tiroidea, sottolineando la necessità di una maggiore consapevolezza e di un approccio responsabile alla gestione di queste patologie.
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