L’Italia è il Paese europeo con il più alto numero di città pet-friendly, in cui sono presenti servizi dedicati, hotel e case vacanza dove gli animali domestici sono i benvenuti
Dall’inizio della pandemia le adozioni di cani e gatti sono aumentate del 20%, e non è un caso, poiché per la maggior parte delle persone e delle famiglie, l’ultimo anno e mezzo è stato caratterizzato da una rarefazione delle relazioni sociali, con pochi spostamenti legati soprattutto al lavoro e alla salute, più che alle occasioni di svago. Per combattere la solitudine, l’isolamento e la mancanza di attività prima quotidiane, molti hanno scelto di condividere la propria casa con un nuovo amico a quattro zampe.
A fare il punto sui dati delle adozioni degli animali da compagnia è l’Enpa, Ente Nazionale Protezione Animali, che quest’anno festeggia i 150 anni della sua fondazione, e che nel corso del 2020 ha certificato complessivamente 31.685 adozioni di animali da affezione, prevalentemente cani e gatti ma non solo, che salgono a 75.084, se si considerano anche quelli che non sono stati presi in carico dall’associazione ma che hanno seguito percorsi differenti.
In particolare, i gatti che hanno trovato una famiglia sono stati 11.815, dei quali 9.666 provenienti da rifugi, colonie e oasi Enpa; i cani, invece, sono stati 17.815, dei quali 8.824 provenienti da rifugi.
Alcune città, da Nord a Sud, hanno manifestato una sensibilità particolare: a Monza, il rifugio Enpa è stato letteralmente svuotato già nel 2019, e l’andamento positivo delle adozioni si è confermato nel corso di tutto il 2020, dato che la quasi totalità dei cani è stata collocata e, su 400 nuovi ingressi nello scorso anno, sono rimasti nelle gabbie solo una quindicina di esemplari, tanto che quest’anno il canile ha cominciato a farne arrivare di nuovi anche da altre zone d’Italia, in particolare dal Sud, dove ancora oggi il fenomeno del randagismo è più presente. Una pratica, questa, già adottata in altri Paesi Ue, come Germania e Belgio.
A Treviso sono stati adottati 100 cani dei 147 presenti nel rifugio cittadino, e pure Perugia si è dimostrata un’altra realtà “pet friendly”, con 70 gatti e 96 cani adottati nel 2020, compresi alcuni esemplari con disabilità o già adulti e anziani. San Severo, in provincia di Foggia, ha raggiunto le 161 adozioni (dati 2020) contro le 106 del 2019. Proprio nel Mezzogiorno la crescita delle famiglie che hanno scelto un animale domestico è stata doppia rispetto alla media nazionale, con un aumento del 40%.
«Questo forse è il piccolo miracolo di questa pandemia – ha commentato Carla Rocchi, presidentessa nazionale Enpa -, un miracolo che ha visto protagonisti gli animali presenti nelle nostre case, che con il loro affetto e amore incondizionato ci hanno aiutato in questo momento difficile».
In ambito europeo l’Italia detiene il primato per il numero più elevato di città amiche degli animali, e lo conferma anche una ricerca svolta da Airbnb, il portale online che mette in contatto chi cerca un alloggio o una camera per brevi periodi, con persone che dispongono di uno spazio extra da affittare, generalmente privati: dall’inizio di gennaio 2021 ad oggi, rispetto allo stesso periodo del 2020, sono cresciute le disponibilità di camere e case vacanza in cui gli amici a quattro zampe sono i benvenuti. Un dato rilevante che fa bene anche al turismo di prossimità, oltre che incoraggiare le adozioni, certi di potersi godere la compagnia del proprio pet anche in viaggio.
A fronte di una voglia crescente di condividere la vita con i nostri migliori amici, bisogna però ricordare che nel corso del 2020 ci sono state anche numerose cessioni di animali, sempre per cause legate alla pandemia, come problemi economici, malattia e purtroppo il decesso di alcuni proprietari, quando i parenti e gli amici hanno deciso di non farsi carico del loro cane o gatto.
Anche in casi difficili però non è mancata la solidarietà: attraverso il programma Enpa “Rete solidale”, dando seguito alle richieste d’aiuto, è stato possibile raccogliere e donare alle famiglie oltre 200mila euro di cibo, 100mila euro per le spese veterinarie e 200mila euro per i medicinali. Leidaa, la Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, ha invece attivato una campagna di adozione specifica, dedicata agli animali domestici rimasti soli a causa del Covid.
Il Rotaract Club, nel distretto Abruzzo, Marche, Toscana e Umbria, ha avviato la campagna di sensibilizzazione anti-abbandono “Mi fido”, che ha lo scopo di informare sulle adozioni e raccogliere fondi per aiutare gli animali in difficoltà, in convenzione con altri enti e associazioni.
Anche il Ministero della Salute ha promosso un progetto dedicato agli animali da affezione, volto a incentivare le adozioni nei canili e gattili e contrastare l’abbandono. L’iniziativa si chiama “Code di casa” (www.codedicasa.it) ed è realizzata in collaborazione con la Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani, oltre che con la Lav, Lega Anti Vivisezione, l’Enpa e la Lega Nazionale per la Difesa del Cane.
Per incoraggiare le adozioni, molti rifugi hanno intrapreso una collaborazione con la Fondazione Capellino, ente che utilizza i profitti generati dalle vendite dell’azienda pet food Almo Nature, e che con il progetto europeo “Companion Animal for Life” aiuta l’inserimento del cane o del gatto nella nuova famiglia, con un supporto alla spesa alimentare per il primo mese.
A livello europeo, l’associazione animalista inglese Dogs Trust ha dichiarato di aver ricevuto, in soli tre mesi, oltre 1.800 richieste di presa in carico di cuccioli da parte di acquirenti pentiti che volevano darli in adozione. In Francia, la Société Protectrice des Animaux ha deciso di introdurre un questionario per i potenziali adottanti, oltre a chiedere loro validi attestati di residenza e un contributo in denaro per l’identificazione, le vaccinazioni e la sterilizzazione dell’animale.
Animali in città, i dati Legambiente
Secondo l’ultimo Report di Legambiente, Animali in città, uscito nell’aprile scorso (dati aggiornati al 2020), il rapporto fra popolazione e presenza di un cane in casa è di 1 ogni 5,2 cittadini. Guardando ai dati regionali, il rapporto diminuisce in Umbria, dove è presente un cane ogni 2,2 persone, e in Sardegna, dove è presente un cane ogni 3. In Puglia c’è un cane in famiglia ogni 7,7 persone, e in Calabria uno ogni 11,4.
Per quanto riguarda i gatti, la media nazionale è di uno ogni 100 persone, con numeri ben al di sotto della media in Val d’Aosta che conta un gatto ogni 44,3 cittadini, e nella Provincia autonoma di Bolzano, con un gatto ogni 40,3 residenti.
Per monitorare la popolazione animale presente nelle città italiane, Legambiente fa riferimento all’Anagrafe degli animali d’affezione, gestita a livello regionale tramite i servizi veterinari delle Aziende sanitarie, e solo in Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia gestita invece dalle Amministrazioni comunali. Purtroppo, denuncia l’associazione, la separazione territoriale delle banche dati continua a essere uno svantaggio, insieme all’assenza di un’anagrafe obbligatoria anche per gatti e altri animali da compagnia, oltre ai cani, cosa che non permette una stima accurata della popolazione felina presente nelle famiglie.
La spesa per la gestione degli animali in città ammonta invece a circa 228 milioni e 682mila euro nel 2020. La cifra è pari a 2,7 volte la somma impegnata per tutti i 24 Parchi nazionali italiani o a 62 volte quella per tutte le 27 Aree marine protette e, secondo Legambiente, appare complessivamente spropositata rispetto alla qualità dei servizi offerti in termini di benessere animale.
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