«Non potrei vivere senza circo! È un gran zibaldone in cui invecchi senza accorgertene», diceva Moira Orfei, la regina dell’arte circense italiana. E potrebbe essere d’accordo anche il team di Circus Move, l’associazione americana che dal 2004 si occupa di insegnare le arti circensi a diversi gruppi di persone tra cui i residenti di alcune case di riposo. I programmi indirizzati a questi senior sono progettati per migliorare la qualità della vita favorendo l’inclusione sociale e allenando l’equilibrio, l’elasticità fisica e la memoria. Un’esperienza aperta a tutti, anche a chi ha difficoltà motorie.
«Ho cominciato a insegnare le arti circensi ai senior per caso», racconta Cynthia Rauschert, fondatrice di Circus Move. «Stavo facendo delle ricerche sul circo a scopo terapeutico quando mio nonno entrò in una struttura per anziani. Decisi di parlare con il direttore e gli spiegai degli studi che stavo facendo e dei benefici che potevano trarne gli ospiti della struttura. Era entusiasta! Iniziammo subito a delineare un programma ispirandoci alle attività dei clown nelle corsie d’ospedale. L’unica differenza è che io non volevo esibirmi, volevo coinvolgere i partecipanti in un vero e proprio workshop!». È così che tra boa di piume, giochi di prestigio e acrobazie Cynthia ha dato vita al suo progetto dimostrando come le arti circensi possano contribuire allo sviluppo e al mantenimento di alcune abilità come la coordinazione e il controllo della postura. Una tematica su cui sono stati avviati anche numerosi studi neuroscientifici. Secondo gli scienziati, infatti, alcune pratiche circensi come la giocoleria possono affinare il naturale svolgimento delle funzioni cognitive: i processi attentivi, di ragionamento e di pianificazione sembrerebbero migliorare significativamente in seguito a corsi di questo tipo.
«Inizialmente gli ospiti della struttura erano scettici e non erano intenzionati a mettersi in gioco, ma lezione dopo lezione si sono lasciati coinvolgere, divertendosi», continua Cynthia. «Ogni volta che lavoro con gli anziani, succede che si stupiscano di quello che riescono a fare. Sono letteralmente senza parole ed è molto appagante sia per me che per loro! Durante le prime lezioni si parte con cose semplici e chiedo ai partecipanti di mimare alcune azioni come “nuotare”, “mescolare la zuppa” o “annusare un fiore”. Questo li aiuta a sciogliere sia il corpo che l’imbarazzo. Poi ci sono molti esercizi di improvvisazione: si fanno in gruppo e aiutano i partecipanti a socializzare e a creare coesione. Tante altre attività, invece, sono utili sia al corpo che alla mente: ad esempio la giocoleria, il ballo con l’hula hoop, i giochi di prestigio e gli esercizi di equilibrio sono una vera e propria palestra di buonumore!».
Anche in Australia le arti circensi sono diffuse tra i senior. Ne è una prova Kathryn Niesche (59 anni), acrobata aerea che si esibisce al circo quinquagenario “The Classics” a Melbourne il prossimo weekend. «Amo la danza aerea, la pratico da tanti anni, ma dal 2015 ho dovuto smettere a causa di due ricostruzioni al ginocchio. Quest’anno tornerò ad esibirmi con una coreografia che tiene conto dei miei limiti!». Oltre a Kathryn, solcano il palco anche l’artista Tim Coldwell, 66 anni, che scherza sui suoi problemi di deambulazione, e l’acrobata Debra Batton, 59 anni, che ci tiene a sottolineare come ogni mattina sia costretta a fare un’ora di stretching per affrontare la giornata. Dalla loro formazione nel 2014, la troupe circense di “The Classics” ha posto un solo veto agli artisti che vogliono unirsi a loro: avere più di 50 anni. Da cinque anni, questi senior si esibiscono in tutta l’Australia e sono diventati uno spettacolo imperdibile per adulti e bambini: icone viventi dell’idea di invecchiamento attivo.
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