Si parla di testamenti suggeriti quando non c’è una vera azione coercitiva, ma si esercita una pressione e una vicinanza eccessiva che possono spingere una persona in uno stato di debolezza a nominare uno o più eredi.
Sempre più persone oggi scelgono di fare il testamento da soli, piuttosto che rivolgersi ad un notaio. Ciò accade anche per ragioni economiche. A questo fenomeno, però, se ne accompagna un altro, quello dei lasciti testamentari “suggeriti”, indotti da chi, sempre più spesso, si occupa della cura dell’anziano al di fuori della famiglia. Come ha spiegato al quotidiano l’Avvenire l’avvocato Federico Casa, il fatto che i legami familiari non siano più così stretti e spesso i genitori vivano da soli e lontano dai figli, ricade anche sulle scelte in fatto di eredità.
Il caso della signora Mafatti
Il quotidiano ha citato il caso della signora Maria Mafatti, una donna di 80 anni di nobili origini, deceduta nel novembre scorso, che ha deciso di lasciare il suo patrimonio da 5 milioni di euro alla badante che se n’era presa cura, non avendo figli ma dieci nipoti che alla lettura del testamento hanno presentato una querela per circonvenzione di incapace.
Nel caso specifico i beni sono stati congelati, in attesa di accertare se la signora fosse lucida e capace al momento delle disposizioni testamentarie.
Testamenti suggeriti
Casi come questo sono sempre più diffusi, e capita che in persone con una capacità cognitiva compromessa le manifestazioni di gratitudine nei confronti di chi si prende cura della persona possano risultare sproporzionate, a causa di una percezione distorta dei gesti quotidiani ricevuti, specie se si vive una carenza di affetto a causa della solitudine.
Si parla di testamenti suggeriti quando non c’è una vera azione coercitiva, ma comunque si esercita una pressione e una vicinanza eccessiva che possono spingere l’anziano in uno stato di debolezza a nominare uno o più eredi. Attenzione dunque a quei segnali che parlano di un tentativo di isolamento della persona anziana dalla famiglia da parte di terzi, che si tratti di personale di cura, vicini di casa o conoscenti.
La sentenza della Cassazione
Nel 2022 la Cassazione è intervenuta in merito per annullare un testamento, ritenendo che questi elementi fossero sufficienti per invalidare il documento: la sentenza riguarda il caso di un anziano, capace di intendere e di volere, ma affetto da una mancanza di consapevolezza affettiva, che nel tempo aveva redatto differenti versioni del testamento, riducendo di volta in volta la parte spettante ai familiari a favore della sua badante.
I criteri per impugnare un testamento
I criteri per impugnare un testamento sono l’incapacità di intendere e di volere e il dolo subito. Oggi però questi parametri si stanno ampliando e il dolo viene valutato in modo più ampio. Se c’è il dubbio che il documento olografo, ossia scritto di proprio pugno dalla persona sia stato manomesso, il primo passo è il riconoscimento della grafia e della firma tramite comparazione. Ma la soluzione ideale, per non incorrere in problemi, sarebbe quella di ricorrere comunque a un notaio che potrebbe intanto verificare lo stato del testatore al momento della presentazione, cercando di capire se si tratti di una scelta legittima o suggerita da terzi con un interesse personale.
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