Il sisma ha colpito la zona rurale di San Julian, intorno San Diego, senza causare danni gravi, ma ha messo alla prova il nuovo sistema di allerta precoce Shake Alert, che ha fornito 14 secondi preziosi per reagire.
San Diego: il terremoto fa tremare il sud della California
Un terremoto di magnitudo 5.2 ha scosso la zona di San Julian, nella parte rurale del sud della California, alle porte di San Diego.
L’evento sismico, registrato il 15 aprile, ha generato momenti di forte preoccupazione tra la popolazione ma, fortunatamente, non ha provocato danni gravi né vittime. L’epicentro è stato localizzato a circa 70 chilometri a nord-est della metropoli californiana, a una profondità di 13,4 chilometri, secondo quanto riferito dall’USGS, il Servizio Geologico degli Stati Uniti.
Il sistema Shake Alert ha funzionato: 14 secondi per reagire
Il terremoto ha rappresentato un banco di prova per Shake Alert, il nuovo sistema di allerta precoce in fase di implementazione nello stato. Il programma, sviluppato dall’USGS in collaborazione con agenzie locali e università, ha inviato notifiche d’emergenza su dispositivi mobili, app e sistemi Android, allertando la popolazione nelle aree potenzialmente coinvolte.
A San Diego, i residenti hanno ricevuto l’allarme circa 14 secondi prima dell’arrivo delle scosse. Un lasso di tempo breve ma sufficiente per compiere gesti salvavita come mettersi a terra, coprirsi e mantenere la posizione. Le notifiche sono arrivate anche a Los Angeles, dove il ricordo del temuto “Big One” è sempre presente nella mente degli abitanti.
Epicentro a San Julian: nessun danno strutturale grave
L’USGS ha sottolineato che la probabilità di danni o vittime in seguito a questo evento è rimasta molto bassa, grazie alla qualità delle strutture edilizie della zona, progettate per resistere a scosse di una certa intensità. Tuttavia, non si possono escludere complicazioni secondarie: la zona è storicamente soggetta a fenomeni collaterali come liquefazioni del suolo o slavine, specialmente dopo terremoti di questa entità.
Nel corso della giornata del 15 aprile si sono verificate diverse repliche di intensità minore, la più forte delle quali ha raggiunto la magnitudo 3.1. Il terremoto principale è stato preceduto da un’altra scossa, avvenuta solo poche ore prima, di magnitudo 3.5.
Il governatore: “Monitoriamo la situazione”
Il governatore della California Gavin Newsom ha fatto sapere di essere stato tempestivamente informato e che il suo staff è al lavoro per valutare eventuali danni o criticità. “Stiamo monitorando con attenzione – ha dichiarato – anche se al momento non si registrano conseguenze gravi”.
Il sisma ha riacceso il dibattito sull’importanza dei sistemi di allerta precoce, soprattutto in un territorio fortemente sismico come la California, che si trova su una delle faglie più attive del pianeta, la faglia di Sant’Andrea. Gli esperti ribadiscono che investire in tecnologie come Shake Alert può fare la differenza tra una tragedia e un grande spavento.
Shake Alert: come funziona e perché è importante
Shake Alert è un sistema che sfrutta una rete di sensori per rilevare rapidamente le onde sismiche primarie – meno distruttive – e inviare un segnale prima dell’arrivo delle onde secondarie, responsabili dei veri danni. Il sistema, integrato con le app per dispositivi mobili, consente di guadagnare secondi preziosi. In alcuni casi può arrivare a fornire anche mezzo minuto di preavviso.
Questo tipo di tecnologia non è nuovo a livello globale: il Giappone lo utilizza da anni con buoni risultati. In California, il sistema è ancora in fase di miglioramento, ma il test di ieri sembra confermare la sua efficacia. Gli esperti sottolineano l’importanza della diffusione e del corretto utilizzo dell’allerta, affinché sempre più persone sappiano cosa fare al momento giusto.
Un segnale da non sottovalutare
Anche se l’evento non ha provocato danni, rappresenta un campanello d’allarme. Secondo i sismologi, eventi di questa portata, anche se localizzati, ricordano quanto sia cruciale mantenere alta l’attenzione e investire in prevenzione. In un contesto urbanizzato come quello californiano, anche pochi secondi possono salvare centinaia di vite.
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