L’Osservatorio Vera Rubin ha attivato il suo potente telescopio, dotato di una fotocamera da record. L’obiettivo è studiare miliardi di galassie per svelare i misteri dell’energia e della materia oscura, nonché la ricerca di oggetti del Sistema Solare, incluso il pianeta Nove.
L’Osservatorio Vera Rubin, situato in Cile, ha raggiunto una pietra miliare fondamentale nella sua missione scientifica: l’attivazione del suo telescopio principale, equipaggiato con la fotocamera digitale più grande e potente al mondo. Con una risoluzione di ben 3.200 megapixel, questa tecnologia rappresenta un balzo in avanti senza precedenti nel campo dell’astronomia osservativa.
Le prime immagini di prova, ottenute con una versione ridotta del sistema, sono state giudicate “eccellenti” dal responsabile del programma Vera Rubin, Victor Krabbendam.
Una fotocamera mai vista
La fotocamera definitiva, chiamata LSSTCam, verrà installata a marzo 2025 e sarà in grado di catturare immagini con un campo visivo 21 volte superiore a quello delle prove attuali. Ogni singola immagine coprirà un’area circa 45 volte più grande della Luna piena, offrendo una panoramica senza precedenti dell’universo. Questo enorme campo visivo consentirà al telescopio di osservare vaste porzioni di cielo in un tempo molto breve, accelerando significativamente il processo di raccolta dati.
Obiettivo: studiare la materia oscura
Il Dipartimento dell’Energia e la National Science Foundation degli Stati Uniti hanno finanziato il progetto Vera Rubin, che ambisce a studiare miliardi di galassie per approfondire la comprensione di due grandi misteri cosmologici: la materia oscura e l’energia oscura. Questi componenti invisibili costituiscono la maggior parte della massa-energia dell’universo, ma la loro natura rimane ancora sconosciuta. Il telescopio Rubin, grazie alla sua capacità di osservare una vasta area del cielo, giocherà un ruolo cruciale nella raccolta di dati che potrebbero aiutare a svelare questi enigmi.
Il pianeta Nove
La capacità di osservazione del telescopio Vera Rubin non si limita allo studio delle galassie lontane. Il progetto prevede anche la ricerca di oggetti nel nostro Sistema Solare, inclusi asteroidi e la possibile individuazione del “pianeta Nove”, un ipotetico pianeta gigante situato nelle regioni più esterne del nostro sistema planetario. La sua esistenza è solo ipotetica, ma la capacità del telescopio di scrutare vaste aree del cielo aumenta significativamente le possibilità di una sua eventuale scoperta.
Uno sguardo sull’universo
L’integrazione dei dati raccolti dal telescopio Vera Rubin con quelli provenienti da altri strumenti, come i rilevatori di onde gravitazionali e gli osservatori di supernove, promette di fornire una visione più completa e integrata dell’universo.
Dunque, le prime immagini scientifiche ottenute con la LSSTCam sono attese tra giugno e luglio 2025, e segneranno l’inizio di una nuova era di scoperte astronomiche.
La quantità di dati che il telescopio sarà in grado di generare è enorme, promettendo anni di analisi e nuove conoscenze sulla struttura e l’evoluzione del cosmo. L’attivazione del telescopio rappresenta un traguardo significativo per la comunità scientifica internazionale, aprendo la strada a nuove e importanti scoperte sull’universo.
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