E’ stato approvato dalla Commissione Lavori pubblici e Ambiente del Senato un emendamento bipartisan (firmato da senatori di Lega, M5S, Pd e Forza Italia) al decreto “sblocca cantieri” (ddl 1248). Stanzia 10 milioni di euro per quest’anno e 30 per ogni anno dal 2020 al 2024 per istallare sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso in ogni aula di ciascun servizio educativo per l’infanzia e nelle scuole dell’infanzia statali e paritarie, nonché in strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e disabili. Manca ora l’approvazione dell’Aula che appare certa, visto l’accordo di tutte le forze politiche. Il fondo per il finanziamento delle strutture per anziani è allocato presso il Ministero della Salute e consiste nella metà dello stanziamento complessivo (5 milioni di euro e 15 milioni ogni anno dal 2020 al 2024). Il fondo per il finanziamento degli asili è allocato presso il Ministero dell’ Interno con la stessa dotazione.
L’emendamento risolve la questione delle coperture, ma non fa cenno a tutti i nodi connessi all’istallazione delle telecamere, dalla formazione del personale a chi potrà vedere le registrazioni. Temi che invece la proposta di legge base affrontava. Spetta ora alla Commissione Affari Costituzionali, con la certezza dei due fondi, licenziare una legge su un tema tanto sensibile. Si dovrà trovare un punto di equilibrio fra tutela della riservatezza (di pazienti, caregiver, familiari e operatori delle strutture) ed esigenze di monitoraggio.
In relazione a queste ultime è utile ricordare i punti fermi finora raggiunti. Le registrazioni sulle telecamere criptate a circuito chiuso dovrebbero essere visionate esclusivamente da parte delle Forze dell’ordine e solo dietro formale denuncia.
Oltre a questo, il sistema di videosorveglianza dovrebbe caratterizzato da un impianto di sicurezza dotato di telecamere criptate a circuito chiuso in modo da evitare il rischio di incorrere in sistemi di controllo a distanza ritenuti illeciti. Nello specifico si dovrebbe stabilire che le immagini riprese dalle telecamere vengano automaticamente cifrate al loro interno nel momento dell’acquisizione.
Inoltre, il flusso di dati cifrati in output dalle telecamere, sprovviste di dispositivi di comunicazione con risorse esterne, dovrebbe essere trasmesso via cavo ethernet o con soluzione wi-fi cifrata a un server interno che non è configurato per la connessione alla rete internet, questo anche per evitare di incorrere nel rischio di atti di pirateria informatica.
Di fatto, la visione in chiaro delle immagini dovrebbe essere preclusa a tutti, con la sola eccezione dell’autorità inquirente: ciò rende questa tecnologia, già in uso in diversi asili privati, del tutto imparagonabile a precedenti soluzioni già bocciate dal Garante per la protezione dei dati personali.
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