Sempre meno numerose, con una presenza di pochi giovani e molti anziani: è il ritratto della famiglie del prossimo futuro.
In tutto il mondo, il numero di parenti che le persone hanno potrebbe ridursi drasticamente entro il 2095. Il che potrebbe cambiare la cura dei bambini e degli anziani e ridisegnare il ruolo della famiglia in futuro. A dirlo è niente meno che uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Procedings of the National Academy of Sciences. L’indagine ha elaborato un modello matematico con cui è possibile rappresentare la relazione tra una persona, i suoi antenati e i suoi discendenti in un determinato periodo di tempo.
Lo studio
Per condurre l’analisi e arrivare a questi risultati, i ricercatori si sono basati sui dati contenuti nel World Population Prospects, un documento Onu sulla demografia mondiale del 2022 e, con il modello matematico che ne hanno ricavato, hanno preso in esame le differenze di dimensione delle famiglie in diverse parti del mondo.
Il parametro di riferimento è stato il numero di parenti viventi nei nuclei familiari, a partire dai bisnonni e dai nonni, fino a genitori, figli, nipoti e pronipoti, ma anche zii, fratelli e cugini.
Le previsioni
Entro il 2100, il numero dei parenti per ogni individuo diminuirà del 38%, soprattutto fra i consanguinei più giovani (cugini e nipoti), mentre aumenteranno nonni e bisnonni. Se nel 1950 una persona di 65 anni aveva in media 41 parenti viventi, entro la fine di questo secolo un soggetto della stessa età si ritroverà una media di 25 consanguinei in vita.
Anche l’età media sarà sempre più alta: se nel 1950 la nonna di una persona di 35 anni aveva 77,9 anni, nel 2095 avrà 87,7 anni. Questa evoluzione della struttura familiare riguarda tutto il mondo, con percentuali maggiori in Sud America e nei Caraibi, minori in Nord America e in Europa, dove le famiglie non sono già oggi molto numerose.
La situazione italiana
L’Italia non fa eccezione nell’evoluzione familiare globale. Nel 2004 la popolazione giovane, fra i 18 e i 34 anni, era di 13 milioni, pari al 23% del totale, mentre oggi si ferma a 10 milioni (17,5% del totale). Nel 2050 i 18-34enni saranno poco più di 8 milioni, il 15,2% della popolazione, mentre gli over 65 che oggi rappresentano il 24,1% del totale, raggiungeranno il 34,5%.
Come hanno evidenziato anche gli autori del recente studio internazionale, si tratta di una trasformazione sociale che avrà notevoli ripercussioni sulla società e sull’economia, perché il bacino dei pensionati aumenterà rispetto a quello della forza lavoro attiva capace di finanziare il sistema previdenziale, e parallelamente il bisogno di cure e assistenza non potrà più essere sostenuto con gli standard attuali.
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