Si celebra oggi la festa per ricordare il loro ruolo fondamentale nelle famiglie italiane.
Il 2 ottobre di ogni anno ricorre la Festa dei nonni. Un modo per festeggiare loro e il loro importante contributo alla società. Un’occasione che andrebbe colta per valorizzare il ruolo anche di chi nonno (e nonna) non è, ricordando più in generale la terza età: il suo valore, le sue limitazioni, le potenzialità. Parlando anche di invecchiamento attivo e politiche di sostegno. E soprattutto senza dimenticarsene nelle altre giornate, che festa non sono.
Una ricorrenza dedicata ai nonni
Come ricorrenza civile, quella dedicata ai nonni, vanta una tradizione lunga e diffusa in tutto il mondo, in diverse giornate del calendario. In Italia, la festa dei nonni del 2 ottobre nasce per legge nel 2005 e coincide con il ricordo liturgico degli Angeli Custodi nel calendario dei Santi cattolico. Mentre più di recente, per celebrare il ruolo dei “nonni” di Gesù – ossia di Gioacchino e Anna, genitori di Maria – Papa Francesco ha fissato per la Chiesa Cattolica la festività nel giorno del 25 luglio.
Negli Stati Uniti, questa sensibilità fu promossa nel 1978 grazie a una nonna di quaranta nipoti, allo scopo di educare le giovani generazioni al rapporto con i più anziani, e viene celebrata al prima domenica di settembre. Prima domenica di ottobre, è la data voluta nel Regno Unito. 25 ottobre in Canada. E così via. Sino alla Francia, che va ricordata per la sua particolarità di festeggiare la nonna e il nonno in due giornate diverse: la nonna già nel marzo 1987, il nonno solamente da ottobre 2008.
Non ti scordar di loro
Fiore ufficiale della Festa dei nonni è il Nontiscordardimé. Un fiore che nel suo nome evoca appieno una tendenza nella società moderna, che fatica a riconoscere nel quotidiano il ruolo centrale degli anziani, che un tempo erano invece tenuti in gran conto come i saggi da cui tutti gli altri andavano a cercar consiglio. Con rispetto mutante, a seconda della sensibilità ed educazione di ciascuno, non si può dire che questo aspetto sia del tutto scomparso dal quotidiano. Questa festa, con il suo fiore, può essere un buona occasione per ricordarlo. Riportando la centralità della loro esperienza e del loro vissuto nel focolare delle case di ognuno.
Un grande aiuto sociale ed economico
In Italia, infatti, nel 2021, secondo una stima dell’Istat, gli over 65 sono quasi 14 milioni, il 23,5% della popolazione. Una metà di questi sono coloro over 75. Circa 850 mila gli ultranovantenni. Del resto L’Italia è un Paese che sta invecchiando: “5 nonni per ogni bambino” titolavano le agenzie di stampa a fine 2020.
Stando al Rapporto Annuale Istat 2021 sulla situazione del Paese, nel 2020 il 20,5% delle famiglie italiane ha avvertito un peggioramento delle proprie condizioni economiche. “L’età avanzata esercita un effetto protettivo” scrive l’Istituto di Ricerca Nazionale, indicando come il peggioramento sia stato lamentato e messo in risalto più da persone 35-54enni (26,3%) che da 65enni (12%).
Non stupisce dunque leggere come “ la presenza di un pensionato all’interno di nuclei ‘vulnerabili’ consente quasi di dimezzare l’esposizione al rischio di povertà”. Una conferma in un mercato del lavoro chiamato flessibile, per non dire deregolamentato. Sono così le loro pensioni e sono le loro abitazioni, quelle che i senior mettono a disposizione di figli e nipoti, a fare da paracadute. Ma è anche tempo prezioso. Quello dell’accudimento un tempo dedicato ai figli e ora ai nipoti: dal cucinare, all’andare prendere a scuola, passando per compiti e parco giochi. Li chiamano “nonni baby sitter”, ma ovviamente sono molto di più.
Un pilastro relazionale ed emotivo
Sarebbe ipocrita a non considerare quanto sopra, in termini di sostegno reale alla famiglia e alla società. Ma del tutto ottuso, a non vedere quanto altro (e tanto) offre la relazione con i nonni ai nipoti. Un patrimonio di risorse e un vocabolario affettivo di cui sono scarne le statistiche ma abbondanti le letterature e soprattutto le esperienze e il sentire di ciascuno. Quei ricordi che invecchiano e accompagnano ciascuno a diventare a sua volta nonno/a oppure anziano/a ancora con addosso il calore di quegli affetti. Un’eredità di sguardi, odori e calore del tutto immateriale, ma sempre ben tangibile.
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