Gli stereotipi diffusi sugli anziani hanno posto un accento negativo sul rapporto età/innovazioni tecnologiche. In realtà, è un’interazione complessa soprattutto nell’uso dei social media.
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Il rispetto e la tutela dei diritti, soprattutto dei più fragili dipendono da ognuno di noi. Non lasciamo spazio all’indifferenza. Tutti siamo coinvolti in un processo di giustizia sociale.
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Recentemente il “New York Times” ha pubblicato un articolo in cui sono indicate le sette “chiavi”, basate su evidenze scientifiche, per invecchiare bene.
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I social network occupano sempre più spazio nella quotidianità di ognuno. Avviare una riflessione sul loro utilizzo è un un passo verso una consapevolezza più matura e funzionale. Perché un divertimento non ci renda schiavi.
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I social riempiono vuoti, creano spazi di relazione e nuove opportunità, a patto che li si sappia usare. La nuova inchiesta di 50&Più di Febbraio 2024 è sul loro uso consapevole a 20 anni dalla nascita di Facebook.
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Luca La Mesa, esperto di Social Media Marketing e innovazione, spiega quali professioni sono nate in seguito all’avvento di Facebook e Instagram.
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Per sviluppare nuove abitudini positive è utile puntare ad obiettivi precisi e raggiungibili concentrandosi sui piccoli progressi e non sul risultato.
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Valentina Tomirotti e Michele Sanguine dalle pagine Instagram, raccontano la loro disabilità e lo fanno attraverso l’ironia e la comicità. «Siamo persone che hanno voglia di divertirsi».
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Tante le priorità per il 2024. Fra tutte, la politica deve ricostruire un rapporto con gli over 50 partendo dall’ascolto e dal dialogo, proprio come emerge dall’ultima ricerca condotta dal Centro Studi 50&Più.
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Oltre il 70% degli over 50 non ha fiducia nella capacità della classe politica di fare riforme e di cambiare il Paese. Ad avere meno fiducia sono le persone tra i 50 e i 74 anni d’età.