I fumatori in Italia sono diminuiti, passando dal 33% della popolazione nel 2003 al 22% nel 2020. Nell’ultimo biennio, tuttavia, il numero è tornato a salire, fino al 24,2% del 2022, complice probabilmente la pandemia. In totale, gli italiani che fumano sono aumentati di 800 mila rispetto a due anni fa, arrivando a 12,4 milioni.
A dirlo sono i dati rilevati dall’Istituto Superiore di Sanità a vent’anni dall’entrata in vigore della Legge 3/2002. L’articolo 51 della legge conteneva le nuove disposizioni per la tutela della salute dei non fumatori, vietando le sigarette nei luoghi chiusi, eccetto quelli privati non aperti a utenti o al pubblico e quelli riservati ai fumatori e contrassegnati come tali.
Questo nuovo aumento ha portato a una diversificazione dei prodotti da fumo, alternativi o complementari alla classica sigaretta. I fumatori di quella elettronica sono cresciuti dall’1,7% del 2019 al 2,4% del 2022. Una percentuale che si riferisce a 1,2 milioni di persone, l’81,9% delle quali continuano anche a fumare la sigaretta tradizionale. L’uso di quelle a tabacco riscaldato è passato dall’1,1% del 2019 al 3,3% del 2022 (circa 1,7 milioni di italiani).
Tabagismo: l’età dei fumatori
I fumatori risultano in aumento nella fascia compresa fra i 60 e i 75 anni: nel 2001 gli over 60 e under 64 erano il 15%, oggi sono il 20,5%. Per i 65 -74enni si è passati dal 13,1% di tabagisti al 15,1%, anche se in entrambi i casi si è ridotta la quantità media giornaliera di sigarette consumate.
La nuova stretta contro il fumo
Nuove restrizioni contro il fumo sono però in arrivo e riguarderanno anche le sigarette elettroniche e i prodotti da tabacco riscaldato. La bozza della nuova norma prevede un divieto totale di fumo non solo all’interno dei locali ma pure all’esterno, in assenza di un’area riservata da destinare ai fumatori.
Il divieto dovrebbe essere esteso alle fermate dei mezzi di trasporto pubblico e si sta valutando anche l’eliminazione delle sale fumatori negli aeroporti. Non sarà più consentito fumare nei parchi, in presenza di bambini o donne in gravidanza, e le sanzioni per i trasgressori dovrebbero essere di 275 euro, ridotte della metà se pagate entro i 60 giorni.
Come combattono il tabagismo gli altri paesi?
La Svezia è stata all’avanguardia in Europa nella lotta alla dipendenza da sigarette. Nel 2019 ha introdotto il divieto di fumo anche negli spazi all’aperto di bar e ristoranti, alle fermate degli autobus e nei parchi giochi. La Spagna, invece, punta a ridurre del 30% il consumo di sigarette entro il 2025e ha vietato di fumare negli spazi esterni di scuole, ospedali e parchi giochi, oltre che in spiaggia, sin dal 2021. In Francia il divieto riguarda tutti i luoghi chiusi, mentre in Germania è vietato fumare in uffici privati, edifici del governo e nelle linee del trasporto pubblico, con alcune eccezioni nelle diverse regioni.
Negli Stati Uniti, la California è lo Stato simbolo della lotta al fumo, con divieti entrati in vigore ormai oltre 15 anni fa che proibiscono la sigaretta in spiaggia, nei campi sportivi e in strada entro 6 metri dall’ingresso di un ufficio pubblico. Anche l’Australia ha norme molto rigide in materia: è vietato fumare in tutte le stazioni del trasporto locale o nazionale, comprese le banchine dei traghetti e le fermate dei taxi, oltre che nei parchi gioco, nelle tribune degli stadi e nelle piscine pubbliche. In Canada, infine, la legge vieta di accendere una sigaretta entro nove metri dalla porta di un luogo pubblico, anche vicino alle finestre e ai condotti di aspirazione d’aria di questi spazi, che si tratti di un ospedale, di un asilo o di un ufficio.
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