Si sono riuniti Rappresentanti del Ministero dell’Economia e Finanza, della Presidenza del Consiglio, dell’Agenzia delle Entrate e delle associazioni di categoria. Il primo incontro del tavolo tecnico sul Superbonus, allo scopo di capire quale soluzione adottare per lo sblocco dei crediti fiscali corrispondenti ai bonus edilizi e incagliati da mesi.
Il primo problema riguarda le imprese che dopo aver praticato lo sconto in fattura non sono riuscite a cedere il credito fiscale corrispondente. Secondo la Commissione di inchiesta sulle banche, nel biennio 2020-2022, gli istituti di credito hanno assunto impegni fiscali pari a quasi 77 miliardi di euro. Hanno poi esaurito la propria capienza di crediti, non riuscendo più ad acquistarne altri dalle imprese. Quest’ultime, dall’altra parte, con cassetti fiscali pieni e scarsa liquidità, rischiano il fallimento.
Le proposte al tavolo per il Superbonus
Al tavolo sono giunte una serie di proposte per sbloccare la situazione. Le associazioni di categoria hanno chiesto che le società partecipate acquistino i crediti perché sono le uniche con una sufficiente capacità fiscale. L’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) ha ribadito la necessità di un intervento urgente perché non si possono attendere le modifiche al Decreto che ha bloccato la cessione del credito che dovrà conventirsi in legge. A rischio, secondo i costruttori, ci sono 115 mila cantieri, per oltre 32 mila imprese e 170 mila lavoratori. L’Associazione bancaria italiana (Abi) ha proposto di far utilizzare alle banche gli F24 delle imprese. Mentre altri partecipanti hanno chiesto che l’utilizzo degli F24 sia esteso anche ai correntisti diversi dalle imprese.
La proposta della Rete delle Professioni Tecniche (RPT) prevede tra le altre cose l’acquisto dei crediti da parte delle Casse di previdenza professionali. Quella di Confartigianato, invece, ha ipotizzato l’intervento di un acquirente pubblico come Cassa Depositi e Prestiti e l’ampliamento temporale dell’utilizzo dei crediti in compensazione. Inoltre ha richiesto che sia rinviata la data entro la quale è necessario aver presentato la Cila per poter mantenere la possibilità di cessione del credito/sconto in fattura. Infine, Cna ha chiesto che il sistema bancario acquisti in via prioritaria i crediti delle piccole imprese corrispondenti a tutti i bonus edilizi, mentre l’Unione dei piccoli proprietari di immobili (UPPI) ha proposto di trasformare le detrazioni in crediti di imposta da utilizzare per compensare le imposte statali e comunali.
L’impatto del Superbonus sul Pil
Il Superbonus è nato per incentivare la ristrutturazione edilizia, fornendo ai contribuenti uno sconto fiscale del 110% sulle spese sostenute per i lavori, ma l’impatto sui conti pubblici è stato significativo. Secondo i dati Istat, il rapporto deficit Pil italiano si è attestato all’8% e l’impatto dei crediti di imposta, e in particolare del Superbonus, ha pesato sul calcolo. Ha portato così a una revisione peggiorativa dei dati del 2020 e del 2021. I bonus edilizi erogati negli ultimi anni sono costati allo Stato circa 120 miliardi di euro.
Il Decreto Legge 11 del 16 febbraio
Lo scorso 16 febbraio è stato approvato il decreto Legge 11/2023 che interviene per modificare la disciplina riguardante le cessioni del credito d’imposta relativi a spese per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, di efficienza energetica e Superbonus 110%. Prende in considerazione anche misure antisismiche, facciate, impianti fotovoltaici e barriere architettoniche. Salvo specifiche deroghe, il Dl stabilisce lo stop dello sconto in fattura e della cessione del credito, che potranno continuare a essere un’opzione solo per interventi sulle abitazioni unifamiliari e con ingresso autonomo, a condizione che la Cila fosse già stata presentata prima del 16 febbraio scorso. Rimangono le stesse condizioni per interventi nei condomini, per la demolizione e ricostruzione di edifici e per il Sismabonus acquisti, sulle abitazioni per le quali sia già registrato prima del 16 febbraio il contratto preliminare o il definitivo.
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