Secondo l’ultimo rapporto Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile, i fondi che il Governo ha stanziato per il Superbonus 110% sono finiti. I 33,3 miliardi di euro previsti per la misura avrebbero dovuto coprire tutte le richieste di finanziamento fino alla fine di quest’anno. Al 31 maggio scorso, però, la richiesta aveva già raggiunto i 33,7 miliardi per un totale di 172.450 interventi edilizi incentivati.
Lombardia, Veneto e Lazio: regioni con maggior numero di cantieri aperti
Se il Governo non rifinanzierà la misura, privati e aziende che intendevano ancora sfruttare le agevolazioni per l’efficientamento energetico non potranno avviare i lavori e nella seconda metà dell’anno si troveranno a dover rinunciare ai progetti. Per quanto riguarda invece i cantieri già avviati, questi potranno completare i lavori, mentre i progetti ancora in fase di approvazione rischiano di non partire. Le regioni con il maggior numero di cantieri in corso sono Lombardia, Veneto e Lazio.
Il Superbonus 110% come una misura per incentivare interventi di efficientamento
Contenuto nel Decreto Rilancio del 19 maggio 2020, il Superbonus 110% era stato presentato come una misura per incentivare interventi di efficientamento e sicurezza nelle abitazioni, con un meccanismo che avrebbe permesso, attraverso la cessione del credito, di svolgere interventi edilizi a costo zero. Una misura che certo ha contribuito a riqualificare molti edifici privati, ma che si è rivelata estremamente costosa per le casse dello Stato.
Il problema delle risorse, inoltre, non è l’unico, perché un’altra criticità riguarda le banche. Alcuni istituti di credito avrebbero esaurito lo spazio fiscale per acquistare i crediti relativi ai bonus edilizi. Perché, per legge, questi non devono essere superiori al livello di imposte e contributi versati dalla banca.
33mila aziende artigiane a rischio fallimento nel settore
Se le aziende di costruzioni non riescono dunque a cedere alle banche i crediti che vantano nei confronti dello Stato, in attesa di portarli a compensazione con le tasse rischiano di restare senza liquidità per mandare avanti i cantieri. Secondo un’indagine della Cna, a causa di questa situazione di incertezza ci sarebbero almeno 33mila aziende artigiane a rischio fallimento nel settore.
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