Sono tanti i senior alle prese coi lavori legati al Superbonus 110%. Ma a pesare è, tra l’altro, il costo dei materiali nei cantieri italiani che è aumentato di circa il 35% nel corso dell’ultimo anno. Un’impennata che sta rischiando di mettere seriamente in pericolo la tenuta di tante imprese in campo edile ma anche famiglie alle prese con lavori di riqualificazione, specie quelli legati al Superbonus 110%.
Impalcature e lavori fermi
Vi sarà capitato di girare per le nostre città e notare stabili interamente avvolti da solide impalcature ma i cui cantieri sono inesorabilmente fermi. Ecco, si potrebbe trattare, appunto, di imprese in grosso affanno per via della liquidità che manca e delle materie prime i cui costi hanno subito rincari difficili da fronteggiare.
Tecnici del settore ci confermano che per cemento, malta e piastrelle l’aumento è stato di circa il 19% nell’ultimo anno. Una salita, questa dei prezzi, che ha iniziato a registrarsi subito dopo il Covid. Per l’esattezza sul finire del 2020, per poi segnare un picco enorme con l’aumento dei costi dell’energia.
Il problema delle compensazioni
Il vero problema è che, pur essendo stati stanziati complessivamente più di 20 miliardi per il caro materiali, ci sono tempi lunghissimi e procedure molto complesse per ottenere questi sostegni e, sebbene siano molte le ditte che ne hanno fatto domanda, dopo due anni non è ancora arrivato niente. Ma le ricadute rischiano, appunto, di mettere in ginocchio non solo le imprese perché l’effetto domino impatterebbe su occupazione e crescita. Nonché, come dicevamo, i 400mila cantieri nati col Superbonus.
Le ricadute
E non parliamo solo dell’esperienza di coloro che si ritrovano da mesi con le finestre bloccate dalle impalcature – tra loro, tanti senior – ma anche di opere pubbliche che si fermano, scuole che non si realizzano, più di 50mila lavoratori che potrebbero restare a casa perché non ci sono i fondi per terminare i lavori. Con le ricadute immaginabili sull’economia stessa delle loro famiglie. Ma comunque, anche nei lavori privati, la strada è tutto fuorché spianata perché, di fronte alla mancanza di liquidità delle imprese, si rende necessaria una negoziazione tra le famiglie e le aziende edili per sapere come affrontare questo problema assai complicato assieme.
Pnrr e direttiva Green UE
Ad aggiungere ulteriori interrogativi a una situazione che non può permettersi più alcuno stallo, il fatto che – coi cantieri bloccati -, è lo stesso Pnrr che rischia di restare al palo per via dei costi che – andando avanti così – si fanno sempre più insostenibili.
Ma il problema è che è proprio l’Europa a chiederci di seguire una corretta tabella di marcia. L’UE, infatti, vigila anche su un tema col quale dovremo confrontarci e a stretto giro: il futuro adeguamento delle nostre case a standard energetici di qualità. Seguendo questa direttiva Green targata UE dovremo infatti prevedere il rifacimento di un milione e 800mila case in Italia. Ne saremo in grado? Avremo materialmente la possibilità di rendere le nostre case più eco-compatibili? Per gli esperti del settore l’unica via d’uscita è sbloccare i crediti incagliati del Superbonus 110%.
Fino ad oggi si tratterebbe di ben 15 miliardi di euro. Una corsa contro il tempo per scongiurare che 90mila cantieri in tutta Italia si fermino.
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