Il fascino dei treni d’epoca tra i paesaggi appenninici del centro Italia incanta i viaggiatori del XXI secolo
Nell’Appenino Centrale, in un percorso tortuoso oltre 1.000 metri di altitudine, la Transiberiana italiana scivola nelle gole impervie, attraversa 58 gallerie e sfida imponenti ponti e viadotti. Conosciuta anche come la Ferrovia dei parchi, questa linea storica – inaugurata il 18 settembre 1897 – è tornata a vivere. Oggi trasporta i viaggiatori attraverso il Parco Nazionale d’Abruzzo e il Parco Nazionale della Majella. Tra antichi eremi e borghi medioevali, con una natura incontaminata sullo sfondo, la tratta più panoramica d’Italia è considerata ancora oggi un capolavoro di ingegneria ferroviaria.
Un nome impegnativo
Il primo a chiamarla Transiberiana italiana è stato nel 1980 lo scrittore Luciano Zeppegno, ma il nome rende bene l’idea: oltre 20 stazioni e località dove sostare, spesso sconosciute. Dalle Conca Peligna fino ai 1268 mt. della stazione di Rivisondoli-Pescocostanzo, per entrare dall’alta valle del Sangro nelle valli dell’Alto Molise e tornare ad Isernia. I 128 km della Ferrovia rischiarono di scomparire alla fine degli anni ’90, man mano che i collegamenti furono ridotti, finché della Transiberiana italiana si perse traccia. La rinascita nel 2012 si deve a un gruppo di appassionati di treni isernini, riuniti nell’Associazione LeRotaie, che è riuscita a salvaguardare la tratta dalla sua dismissione.
L’alternativa all’overtourism
Viaggiare sulla Transiberiana italiana oggi significa preferire il turismo sostenibile alla frenesia del turismo di massa. Questi binari hanno attraversato la storia. Hanno trasportato i soldati al fronte nell’ultima guerra e le greggi al pascolo in una moderna transumanza. Infine, considerati improduttivi negli anni ‘60 e ’70, hanno finalmente ripreso nuovo valore. Lo spiega all’agenzia Reuters Luigi Cantamessa della Fondazione FS sostenitrice del progetto Binari senza Tempo . Un programma pensato per dare una nuova vita a dieci linee ferroviarie che attraversano l’Italia, creando una formula innovativa di turismo ferroviario rispettoso dell’autenticità dei luoghi. Durante il viaggio, seduti sulle panche di legno, i passeggeri ascoltano le guide che raccontano la storia della ferrovia e un a volta a terra sono accolti dalla musica e da stand gastronomici tradizionali. Inoltre possono partecipare a tour guidati alla scoperta di musei e antichi borghi o scegliere percorsi in bicicletta lungo il territorio.
Contro lo spopolamento dei borghi
Le carrozze vintage della Transiberiana italiana accolgono famiglie, giovani e anziani, affascinati dalla visione nostalgica di un passato semplice, dove la lentezza non era considerata un limite, ma una ricchezza. Il progetto attrae anche gli stranieri, tanto che il quotidiano inglese Indipendent gli ha dedicato un articolo. Lo stesso riporta uno studio dell’università Bocconi di Milano che ha stimato che per ogni euro speso dai passeggeri per i biglietti, tra i 30 e i 70 euro, ulteriori 3 euro a persona vengono spesi per cibo, alloggio, tour e souvenir. Un sostegno per l’economia dei tanti borghi in via di spopolamento, stretti tra il calo della natalità e l’emigrazione giovanile. Le partenze più attese dell’anno? Sicuramente quelle per i mercatini dell’Avvento, previste dal 23 novembre 2024 al 6 gennaio 2025. Perché non è mai troppo presto per pensare al Natale.
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