La Sugar tax non sarà più rinviata ma entrerà in vigore dal primo luglio prossimo
Introdotta dalla Legge di Bilancio del 2020 e più volte posticipata, nasce come misura fiscale sulle bevande edulcorate e si applica alle bibite con gradazione alcolica inferiore a 1,2% e che contengono composti chimici e dolcificanti aggiunti.
Gli esempi europei
La tassa segue l’esempio di alcuni paesi europei come l’Ungheria, che ha introdotto la Chips tax, o il Regno Unito che ha inserito un’imposta sulla concentrazione zuccherina delle bevande. L’obiettivo è quello di promuovere stili di vita e di consumo più sani, al fine di ridurre l’incidenza di patologie legate all’alimentazione.
A quanto ammonta la Sugar tax
L’aliquota della Sugar tax italiana è stata ridotta con l’emendamento al Superbonus, rispetto a quanto previsto nel 2020. Per i primi due anni è stata dimezzata da 10 euro per ettolitro a 5 euro. Dal primo luglio 2026 si tornerà ai 10 euro. Per i prodotti destinati ad essere diluiti, la tassa è stata ridotta da 0,25 euro a 0,13 per chilo.
Le esenzioni
Esistono dei casi in cui la Sugar tax non sarà applicata: sulle bevande contenenti un una percentuale di saccarosio o altri edulcoranti inferiore o uguale a 25 grammi per litro oppure inferiore a 125 grammi per chilo sui prodotti da diluire.
In teoria la tassa non interesserà direttamente il consumatore finale, ma i produttori di tali bevande. Tuttavia, è ovvio che di fronte a un aumento dei costi di produzione, le aziende saranno indotte ad alzare i prezzi di vendita.
Il settore delle bevande analcoliche
Secondo Assobibe (l’associazione di categoria che rappresenta i produttori di bevande) la Sugar tax colpirà un settore che non si trova in un momento favorevole. L’anno scorso, infatti, c’è stata una perdita di volumi di vendita del 5% (attualmente i più bassi d’Europa), dato che l’Italia consuma meno della metà della media europea pro capite di bevande. Il calo dei consumi in dieci anni, sempre secondo i dati dei produttori, è stato del 27%.
Contrastare l’alimentazione scorretta
Eppure, nonostante la contrazione negli acquisti di bibite analcoliche, zuccherate ed edulcorate, l’Italia resta fra i paesi con il più alto tasso di persone in sovrappeso. Dagli ultimi dati del Ministero della Sanità risulta che il 9,4% della popolazione soffre di obesità, il 40% di sovrappeso. I numeri più allarmanti riguardano i bambini, in stato di obesità nel 20% dei casi, proprio per via di abitudini alimentari scorrette.
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