È arrivato a parlare di lei persino il New York Times. Ma la storia di Su Min ha davvero dell’eccezionale. Stanca infatti delle faccende domestiche e di un matrimonio poco soddisfacente, ha viaggiato per sei mesi attraverso la Cina sfidando le regole di genere che l’avrebbero preferita dentro casa sua. Ed è così che, attraverso il racconto via web, è diventata a tutti gli effetti un’icona femminista.
Un viaggio di libertà
Su Min è una donna di 56 anni vissuta nella provincia di Henan in Cina. Delusa da un marito che l’avrebbe fatta sentire inferiore nell’arco di tutta la loro lunga relazione, ha caricato l’auto ed è partita. Unico cruccio, allontanarsi dai propri figli che, però, sono grandi e ormai genitori a loro volta.
Non più solo moglie e madre
«Sono stata moglie, madre e nonna – ha dichiarato – Ma questa volta, mi sono messa in viaggio per ritrovare me stessa». E l’aspetto più curioso è che ha documentato tutto del suo viaggio attirando l’attenzione di oltre un milione di follower che la seguono su diverse piattaforme.
A tu per tu con se stessa
L’idea di partire sarebbe nata un po’ per caso scorrendo i profili di utenti sul web che raccontavano storie di viaggio. È allora che ha attrezzato la sua auto per una lunga trasferta istallando sul tettino una sorta di palafitta su cui ha montato una tenda da campeggio. Per la prima volta, niente pasti da preparare né panni da stirare: pranzi e cene veloci, spesso in parcheggi di fortuna. A bordo, cambi per affrontare le diverse stagioni, un piccolo frigorifero, una batteria solare e persino un GPS wireless per il quale aveva pagato in anticipo sei mesi di traffico dati.
Un viaggio lungo sei mesi
Prima tappa da Zhengzhou – la città da cui è partita – è stata ad ovest: a Sanmenxia, una città lungo il Fiume Giallo, e poi a Xi’an, meglio conosciuta per l’esercito di terracotta. E non si è fatta mancare nemmeno percorsi impervi dal momento che ha attraversato la catena montuosa del Qin.
L’affetto del web
A incoraggiarla i suoi stessi seguaci sul web che più volte le hanno fatto notare quanto avrebbe avuto bisogno di un camper piuttosto che un’auto anche se lei, ogni volta, ha risposto come non le desse alcuna noia montare e smontare la tenda da viaggio.
Il passato complicato
Un buon modo per tornare in contatto profondo con se stessa e mettere una distanza col proprio passato che evidentemente deve averle procurato più di qualche sofferenza. Su Min racconta infatti di essersi sposata dopo aver incontrato quello che sarebbe diventato il suo futuro marito solo qualche volta e la loro unione si sarebbe rivelata già dall’inizio tutto fuorché idilliaca. Prima di caricare le valigie in auto, ci ha impiegato più di un anno pianificando nel dettaglio ogni singolo spostamento, ma non si è mossa finché i suoi nipotini non sono entrati all’asilo. La figlia infatti ha due gemelli e Su Min sapeva che avrebbe avuto bisogno di lei fintanto che fossero stati molto piccoli.
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