L’interruzione del servizio di posta elettronica di Libero e Virgilio ha configurato il cosiddetto data breach. Una violazione dei dati personali le cui cause non sono ancora accertate
Questo stop forzato, che sia stato accidentale o causato da un atto illecito, ha portato alla perdita di informazioni personali. Secondo l’articolo 4 del Regolamento Europeo per la protezione dei dati personali 679/2016 ha rappresentato una violazione di riservatezza, integrità e disponibilità dei contenuti delle mail degli utenti. E milioni di utenti in Italia, per circa una settimana, non hanno più avuto accesso ai loro indirizzi di posta elettronica. Ora che la situazione è tornata alla normalità, sono tante le richieste di risarcimento danni portate avanti. A farsene carico diverse associazioni di consumatori che si stanno muovendo per presentare delle class action.
Il Regolamento 679/2016
Il regolamento Europeo prevede che l’interessato possa chiedere i danni quando i suoi dati vengono sottoposti a trattamento illecito. Quindi i milioni di utenti che non hanno avuto la disponibilità della propria posta elettronica possono chiedere un danno patrimoniale, qualora l’indirizzo fosse utilizzato per il lavoro. In più ci sarebbe anche la perdita di controllo dei dati personali degli interessati, che non hanno più ricevuto le mail non andate a buon fine durante l’interruzione del servizio. In questo caso occorre che il danneggiato agisca in giudizio per tutelare i propri diritti e dia prova del danno subito, descrivendolo in modo dettagliato. Per gli indirizzi personali, e quindi per eventuali danni patrimoniali, il risarcimento potrebbe essere molto complicato.
Le iniziative delle associazioni dei consumatori verso Libero e Virgilio
In ogni caso, i servizi di tutela dei consumatori hanno predisposto delle azioni in merito. Altroconsumo ha creato un modulo da compilare e inviare gratuitamente a Italiaonline, mentre Euroconsumatori ha messo in rete una pagina dedicata per chiedere il risarcimento: per aderire occorre pagare due euro. Codacons invece ha inviato una diffida a Italiaonline e ha annunciato una class action.
Ma non è affatto scontato che queste iniziative vadano a buon fine. Tra le clausole che si sottoscrivono aprendo un indirizzo di posta di Libero e Virgilio, infatti, ce n’è una proprio sulla limitata responsabilità dell’azienda in caso di disservizi come quello avvenuto a gennaio.
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