Secondo Uneba, l’Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale, con lo stop al Superbonus la situazione diventa critica: “A rischio i lavori anche nelle strutture per anziani”. Con il decreto approvato in Consiglio dei Ministri, anche le strutture non profit per anziani o persone con disabilità dovranno bloccare i progetti per migliorare gli spazi ed efficientare i consumi.
Il Consiglio dei Ministri, martedì 26 marzo, ha approvato lo schema di decreto legge: tra le strette previste, c’è lo stop allo sconto in fattura e alle cessioni del credito per le Onlus, le case popolari e per le zone terremotate o colpite da emergenze meteorologiche. Il provvedimento rischia di penalizzare anche gli enti non profit che gestiscono strutture per anziani o persone con disabilità. Lo denuncia Franco Massi, presidente nazionale di Uneba, la maggiore organizzazione di categoria del non profit sociosanitario.
Lo stop al Superbonus bloccherà e impedirà i lavori
“Il decreto del Governo – spiega Massi- se non cambierà, bloccherà sul nascere i progetti di tanti enti. Impedisce di realizzare lavori mirati a offrire spazi più accoglienti ad anziani non autosufficienti o persone con disabilità e di ridurre i consumi energetici”. Il provvedimento nasce, com’è noto, dalla necessità di ridurre e contrastare i danni alla finanza pubblica prodotti dai bonus: “Comprendiamo l’esigenza di limitare le spese – afferma Massi – ma perché devono essere gli enti non profit che assistono gli anziani non autosufficienti o le persone con disabilità a pagare il conto? Non è in un settore già in forte difficoltà, come il nostro che il Governo può tagliare ulteriori risorse”.
Una riforma della non autosufficienza ferma in mezzo al guado
Il colpo potrebbe essere letale per alcune organizzazioni, già penalizzate, secondo Massi, dal Pnrr, che “ha trascurato l’assistenza residenziale agli anziani. La riforma della non autosufficienza si è fermata in mezzo al guado. Ora lo schiaffo alle Onlus sul Superbonus: la politica sembra accanirsi contro le strutture che senza scopo di lucro, da decenni se non secoli, si prendono cura della fragilità. Dove vogliamo arrivare? A costringere gli enti a chiudere o a perdere posti di lavoro? A lasciare le famiglie di anziani e persone con disabilità, senza i servizi in grado di accogliere i loro cari specie nelle situazioni di maggiore fragilità?”. Uneba ricorda infatti che oltre la metà dei posti letto di Rsa in Italia, attualmente, è gestito da enti non profit.
Massi fa sapere che “chiederemo al Governo e al Parlamento un ripensamento. Lo schema di decreto legge può e deve cambiare. Nei prossimi giorni gli enti Uneba che operano con anziani e persone con disabilità contatteranno i parlamentari del proprio territorio per chiedere delle modifiche al testo nel corso dell’iter di conversione in legge”.
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