Al via una manovra sperimentale per contenere il prezzo della spesa degli italiani. Da ottobre a dicembre i beni di prima necessità alimentari e non, i prodotti per l’infanzia e di largo consumo saranno in vendita a prezzi scontati o fissi. Questo l’impegno firmato dalle associazioni della distribuzione e del commercio con l’Esecutivo.
Dal prossimo 1° ottobre al 31 dicembre partirà il “trimestre anti-inflazione”: tre mesi in cui prodotti di prima necessità, per l’infanzia e di largo consumo saranno venduti a prezzi scontati e fissi. L’iniziativa anti-inflazione è frutto di un’intesa promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), cui hanno aderito 32 associazioni della distribuzione e del commercio.
L’accordo è stato firmato a Palazzo Chigi lo scorso 28 settembre: erano presenti la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i ministri Urso e Francesco Lollobrigida – Sovranità alimentare e delle foreste – insieme ai rappresentanti del mondo produttivo, della trasformazione e della distribuzione.
L’obiettivo del “Trimestre anti-inflazione”
L’obiettivo è quello di aumentare il potere d’acquisto dei consumatori, limitando i rincari che il carrello della spesa subisce a causa dell’inflazione. Nonostante a settembre l’Istat abbia registrato un leggero calo dell’indice nazionale dei prezzi al consumo – passato da +5.9 di luglio a +5.4 di agosto all’attuale +5.3 – la spesa per gli italiani rimane comunque molto cara.
Ecco allora che nei prossimi tre mesi le associazioni si sono impegnate a non aumentare i costi e a proporre prezzi fissi o scontati e promozioni. Nei negozi che aderiscono all’iniziativa ci saranno prodotti contrassegnati con il logo del “Trimestre anti-inflazione”.
Istituzioni e associazioni insieme nella lotta all’inflazione
Confcommercio, ANCD-Conad, ANCC-Coop, Federdistribuzione e FIESA-Confesercenti, insieme alle associazioni dei settori farmaceutico e parafarmaceutico hanno annunciato la sigla dell’accordo sul trimestre anti-inflazione. La stessa vicepresidente di Confcommercio, Donatella Prampolini, ha espresso “soddisfazione perché la filiera si è presentata unita a questo appuntamento“.
L’intesa era già stata annunciata lo scorso agosto, quando il Mimit e le associazioni di categoria della distribuzione e del commercio avevano raggiunto l’accordo. All’epoca il ministro Urso aveva dichiarato che “con il paniere calmierato siamo convinti di poter dare un definitivo colpo all’inflazione riconducendola a livelli naturali”.
In una nota congiunta, le associazioni firmatarie dell’accordo hanno dichiarato che “con grande senso di responsabilità il settore del commercio, che accoglie ogni giorno milioni di persone nei propri punti vendita, comprendendone le difficoltà di fronte all’aumento generalizzato dei prezzi, ha dato un riscontro immediato a questa iniziativa, come segnale concreto di aiuto alle famiglie. L’impegno sottoscritto oggi rafforza lo sforzo che le imprese della distribuzione esprimono quotidianamente con soluzioni di convenienza e risparmio”.
Il trimestre anti-inflazione non è stato un risultato facile da raggiungere: negli ultimi 18 mesi, infatti, con i prezzi dell’energia, delle materie prime e dei prodotti industriali alle stelle, le imprese distributive e gli esercenti commerciali hanno subito molta pressione.
L’intesa raggiunta è un passo importante, ma la lotta all’inflazione non finisce qui
Ad esprimere soddisfazione per questo traguardo è anche la presidente Giorgia Meloni: “Non possiamo affrontare da soli la corsa dei prezzi spinta dall’inflazione e abbiamo chiesto aiuto al mondo produttivo. Oggi abbiamo fatto un passo avanti ulteriore con la firma del Patto anti-inflazione. Tre mesi di sperimentazione per calmierare i prezzi di largo consumo. È un esperimento, non so voi ma io sono molto ottimista e se funzionerà bene lavoreremo tutti quanti per prolungare l’iniziativa”.
Al trimestre anti-inflazione, al momento, partecipano solo i settori del commercio e della distribuzione. Nella nota congiunta, le associazioni hanno fatto sapere che: “Le firmatarie del Protocollo auspicano che anche gli altri comparti della filiera, in particolare il mondo dell’industria di produzione dei beni di largo consumo, diano seguito in modo tangibile alle proprie dichiarazioni di intenti. Per rendere più efficace l’azione di contrasto all’inflazione e poter agire in maniera più strutturale, occorrono infatti interventi che portino a una netta riduzione dei prezzi di listino dei prodotti, anche in relazione alle mutate condizioni di mercato delle materie prime e dei costi di produzione”.
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