Nel 1969, il gerontologo statunitense Robert Neil Butler coniò il termine ageism, riferendosi a tutti quegli stereotipi e pregiudizi discriminanti utilizzati per descrivere e trattare le persone considerate “vecchie”. L’età, infatti, così come il genere, il sesso o l’etnia, può diventare un concetto positivo o negativo in base alle parole che utilizziamo per parlarne e per descriverla.
Tra autopercezione e rappresentazione
Ma come fare se la società parla di noi e del gruppo di cui facciamo parte in un modo che non ci rappresenta? In una ricerca condotta nel 2016 dall’Associazione Osservatorio Senior e dal Laboratorio TRAIL dell’Università Cattolica è stata proprio indagata la differenza tra “come si sentono gli anziani” e “come vengono visti dagli altri”. Dai risultati dello studio è emerso che la maggior parte degli over 55 non si sente anziana fino al compimento dei 74 anni. Infatti, solo il 15,3% degli uomini e il 28,8% delle donne over 65 ha dichiarato di sentirsi abbastanza o molto anziano. Inoltre, la maggioranza delle persone della fascia di età 65-74 ritiene che anche gli altri non li considerino “vecchi”. È ormai noto, infatti, che sempre più senior rifiutano lo stereotipo dell’anziano a riposo, dipendente dagli altri e dalla società. Eppure, i media non sembrano al passo coi tempi.
Stereotipi e pregiudizi nei mass media
Lo afferma l’Università dell’Est Illinois che ha esaminato alcuni messaggi pubblicitari incentrati sull’invecchiamento. L’ipotesi alla base dello studio è legata all’importante funzione dei mass media nella società e al concetto di vecchiaia che veicolano: vedendo alcuni personaggi televisivi e cinematografici over 60, infatti, possiamo sviluppare un determinato pensiero su ciò che la terza e quarta età ci possono riservare. I risultati dimostrano che spot televisivi e reclame degli ultimi anni hanno giocato un ruolo cruciale nella narrazione dell’invecchiamento. I senior della pubblicità, infatti, sono spesso i protagonisti di spot in cui si parla di difficoltà cognitive o uditive, menopausa, impotenza e bodyshaming.
L’indagine di 50&Più
E anche se la tendenza sta cambiando a piccoli passi, sono molti i senior che si sono sentiti vittime di stereotipi e pregiudizi legati all’età. 50&Più ha voluto approfondire il tema e capire se esistono luoghi comuni sull’anzianità in Italia e quali sono i più diffusi. Nella breve indagine, aperta a tutti gli over 50 da inizio agosto, vengono sondati alcuni aspetti della vita quotidiana come le relazioni interpersonali e la sfera lavorativa. I risultati del questionario verranno elaborati e pubblicati all’interno del numero di ottobre della rivista 50&Più.
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