Lo “tsunami grigio” degli Stati Uniti: i Boomer invecchiano ma c’è il rischio di un buco nell’assistenza.
La società americana invecchia e tra il 2007 e il 2020 il tasso di natalità è diminuito del 20%. Il problema fa twittare al miliardario Elon Musk: “Il crollo della popolazione per il basso tasso di natalità rappresenta un rischio molto più grande del riscaldamento globale”. Il censimento del 2020 rivela che negli ultimi 100 anni la popolazione statunitense di over 65 è cresciuta quasi cinque volte più velocemente della popolazione totale.
Gli anziani sono 55,8 milioni, il 16,8% della popolazione, contro il 22,1% degli under 18. In breve, circa 1 persona su 6 negli Stati Uniti ha 65 anni o più. Secondo le previsioni, un cittadino statunitense che oggi compie 65 anni ha quasi il 70% di probabilità di aver bisogno di cure a lungo termine e al momento non è chiaro chi dovrà fornirle. La famiglia? Il sistema sanitario e assicurativo? La questione non è di facile soluzione.
Il sorpasso generazionale
La rivista Vox lancia l’allarme: entro il 2034 negli Stati Uniti ci saranno più residenti sopra i 65 anni che sotto i 18. I baby boomer (nati tra il 1946 e il 1964) stanno entrando in una fase della vita in cui – statisticamente – la maggior parte di loro avrà bisogno di una qualche forma di assistenza. Un problema, perché ad oggi le giovani generazioni non hanno gli strumenti per gestire le conseguenze di questo cambiamento. È improbabile infatti che i Millennial, nati tra il 1982 e gli anni 2000, godano della flessibilità lavorativa necessaria per diventare badanti dei propri genitori. Soprattutto se hanno dei figli. L’assistenza e la cura nel sistema americano sono particolarmente costose. Occuparsi di un parente più anziano – dalle cure specialistiche alla gestione delle pratiche burocratiche, fino alle attività quotidiane come fare il bagno e mangiare -, per molti potrebbe risultare insostenibile.
Il rischio di una crisi economica e sociale
Gli americani rimandano a lungo la genitorialità, aumentando le probabilità di far parte di una “generazione sandwich”, impegnata contemporaneamente nella cura di figli piccoli e genitori anziani. Una prospettiva che interessa quasi il 25% degli adulti, con più della metà dei 40enni che hanno almeno un figlio da mantenere e almeno un genitore over 65. Gli operatori sanitari di domani, sottolinea Vox, dovranno affrontare sfide lavorative e finanziarie senza precedenti. In famiglie sempre più monoparentali, le donne, storiche custodi del ruolo di caregiver, svolgeranno il ruolo di capofamiglia. E molte non potranno economicamente sostenere un’aspettativa non retribuita dal lavoro per fornire l’assistenza ai loro parenti. Né potranno smettere di lavorare, non avendo – per la recessione seguita alla pandemia – risparmi sufficienti.
La generazione dei “paperoni”
Certo non tutti devono allarmarsi. Fortune ricorda che quella dei Boomer è una generazione più prospera delle altre, grazie alle politiche governative di mutui a basso costo e di aumento del valore degli immobili. A partire dagli Anni ’80, il patrimonio delle famiglie statunitensi è salito da 17mila a 150mila miliardi di dollari e i due terzi di questa somma sono in mano alle generazioni più anziane. Il conflitto intergenerazionale, ingigantito dalla pandemia, è così in parte mitigato dall’idea che gran parte dei 96mila miliardi di dollari detenuti dai Boomer passeranno alle generazioni più giovani attraverso l’eredità. I Millenial e le generazioni più giovani saranno dunque in grado di recuperare il gap finanziario, afferma Ann Logue su Business Insider.
Un futuro grigio?
Ma questo passaggio intergenerazionale potrebbe non realizzarsi. In primis perché gran parte di quella ricchezza è nelle mani di pochi. Secondo, molti Boomer in pensione spendono soprattutto per se stessi, alimentando la Silver Economy ma lasciando gli eredi a bocca asciutta. Infatti, se dal 1982, la spesa per consumi delle famiglie anziane è aumentata del 34,5%, quella delle famiglie più giovani è cresciuta solo del 16,5%.
Ciò, per gli analisti, porterà i figli a scegliere tra prendersi cura da soli dei genitori anziani o attendere il residuo di una potenziale eredità, erosa dai costi della cura. Il buco nell’assistenza rischia così di minare il futuro di milioni di americani. Una popolazione che deve fare i conti con la mancanza di un congedo retribuito, con un sistema sociale e sanitario frammentato (in buona parte privatizzato) e con la mancanza di un serio dibattito pubblico sull’invecchiamento e sulla disabilità.
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