Sogni strani, molto strani, assurdi, completamente diversi dai soliti ed estremamente nitidi, tanto che al risveglio ci si stupisce (spesso con un sospiro di sollievo) che tutte quelle cose bizzarre e inquietanti non siano mai accadute. È successo anche a voi di questi tempi? Quante volte vi siete ritrovati a dire: «Ho fatto un sogno assurdo»? Se la vostra attività onirica in questa interminabile quarantena è decisamente più intensa e insolita, non preoccupatevi, siete in buona compagnia.
La scienza indaga
Il fenomeno dei “sogni assurdi” durante il lockdown è già oggetto di studio. Alcuni importanti centri di neuroscienze nel mondo, tra cui il Dream Research Institute di Londra, l’Harvard University in Massachusetts e il Lyon Neuroscience Research Centre in Francia, stanno raccogliendo, attraverso sondaggi on line, informazioni su come è cambiato il modo di sognare durante la pandemia. E hanno scoperto alcune interessanti caratteristiche ricorrenti.
Intanto, da quando è iniziata l’emergenza sanitaria si sogna di più, i sogni sono più strani e restano impressi nella memoria a lungo. Senza troppe sorprese si è scoperto anche che sono aumentati gli incubi: il virus è il protagonista indiscusso delle avventure oniriche, la paura del contagio viene rielaborata dal cervello e si presenta con le metafore più fantasiose, da invasioni di insetti, a sparatorie di massa, a catastrofi naturali. Scappare da qualcosa o qualcuno è uno dei sogni più frequenti della quarantena.
In Italia a indagare sugli effetti della pandemia sul sonno e sui sogni è l’Associazione Italiana di Medicina del Sonno. Per chi volesse contribuire alla ricerca c’è la possibilità di rispondere a un questionario on line indirizzato a tutte le persone in isolamento.
Perché si fanno sogni assurdi?
La risposta è scontata, ma è la stessa che danno gli scienziati: lo stress. Lo stress agisce sul cervello in modo simile a quello delle droghe psichedeliche, attivando uno specifico recettore nervoso chiamato 5-HT2A che a sua volta spegne l’attività della corteccia prefrontale, la parte razionale del cervello. Di conseguenza avviene la cosiddetta disinibizione delle emozioni (in questo caso negative): le paure e le ansie invadono la coscienza e, soprattutto nella fase Rem del sonno, che è quella più leggera, prendono le forme più stravaganti. Nei sogni, a maggior ragione in periodi di stress, il ragionamento logico è temporaneamente sospeso e ciò impedisce di usare il filtro delle metafore. Se da svegli dicessimo «questa esperienza mi ha scosso nel profondo», da addormentati potremmo sognare un terremoto.
Come cambia il sonno in tempo di crisi
Ci sono momenti in cui fare bei sogni è impossibile. È stato osservato che, dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 a New York e dopo il terremoto de L’Aquila del 2009, sono aumentati i disturbi del sonno e gli incubi soprattutto tra le persone che hanno vissuto il trauma più da vicino. Uno studio condotto dal professor Luigi De Gennaro sulle conseguenze del terremoto de L’Aquila sul sonno aveva dimostrato che a dormire peggio erano le persone più vicine all’epicentro del sisma. Oggi però gli scienziati hanno un’occasione unica e speriamo irripetibile: analizzare l’impatto dello stress sul sonno della popolazione mondiale.
Consigli per dormire meglio
Ecco, a questo punto, alcuni semplici consigli su come migliorare il riposo notturno.
Mantenete orari regolari. In questo periodo c’è il rischio di stravolgere i ritmi, andando a dormire e svegliandosi ogni volta a orari diversi. È un errore: gli esperti consigliano di rispettare la tabella di marcia di sempre, coricandosi e svegliandosi sempre alla stessa ora. È stato dimostrato che il sonno irregolare incide negativamente sul metabolismo, favorendo un aumento di peso e predisponendo all’ipertensione.
Evitate di usare dispositivi digitali prima di andare a dormire. La luce blu degli schermi impedisce la produzione di melatonina, l’ormone del sonno. Inoltre l’uso di tecnologie interattive, come uno smartphone o un tablet, mantiene il cervello in funzione non permettendogli di riposarsi. Meglio un libro.
State alla luce del giorno (se possibile). Di questi tempi non è per tutti possibile. Il consiglio però rimane valido, ognuno poi cercherà di applicarlo nel rispetto delle regole della quarantena: stare alla luce del sole, anche se il cielo è nuvoloso, ha effetti positivi sul ritmo circadiano, aiutando l’organismo a distinguere il giorno dalla notte. Per la stessa ragione, quando si va a dormire la stanza dovrebbe essere buia, così si favorisce la produzione di melatonina.
Evitate i riposini lunghi durante il giorno. Un riposino al giorno è consentito, ma a un patto: deve essere breve. Se ci si sveglia dopo due ore ben riposati, difficilmente la notte si riuscirà ad addormentarsi a un’ora consona.
Se non seguite tutti i consigli, non preoccupatevi. Adottare le abitudini che abbiamo elencato è preferibile, ma se non riuscite a seguire tutti i consigli, non preoccupatevi. Se l’obiettivo di dormire bene diventa un’ossessione si rischia di scatenare l’effetto boomerang. Meglio allora iniziare con qualche piccolo cambiamento senza lanciarsi in una sfida troppo impegnativa. Inseguendo il sonno a tutto i costi si finisce con il restare svegli.
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