Spesso la parola startup è legata esclusivamente ai giovani talenti. Ma non è sempre così. Una nuova generazione di “startupper”, infatti, sta dimostrando che l’età non è un limite. Anzi, questi imprenditori over 50 stanno ridefinendo i paradigmi del mondo degli affari, portando la loro esperienza e competenza a servizio di nuove idee imprenditoriali.
Startup over 50, un fenomeno globale
E si tratta di una tendenza che travalica i confini: i nuovi business, infatti, vengono avviati sempre più spesso da persone di oltre cinquant’anni. Lo evidenzia bene il rapporto The Longevity Economy, realizzato dall’Aarp and Oxford Economics. Secondo lo studio, negli Stati Uniti un’impresa su tre è avviata da qualcuno di 50 o più anni. E mentre solo il 28% delle startup create dai giovani durano più di tre anni, quelle messe in piedi dagli over 60 registrano un tasso di successo del 70%. Una differenza non da poco.
I “Settantennials” e le loro startup over 50
Anche in Italia i dati confermano questa tendenza. Nel Belpaese i “Settantennials” detengono una quota consistente della ricchezza nazionale. Il 30% dei consumi annuali si riferisce a questa fascia di popolazione che detiene anche più del 30% del patrimonio complessivo. È per questo che sono portati a reinvestire lanciando nuovi progetti e nuovi business, portando la loro esperienza e visione a servizio dell’innovazione. I casi di successo non mancano in Italia e all’estero. Pensiamo a Bernie Marcus, fondatore di Home Depot, e a Donald Fisher, co-fondatore di Gap: entrambi hanno avviato le loro avventure imprenditoriali in età matura. Marcus aveva 50 anni quando lanciò l’azienda, Fisher ne aveva 41. In entrambi i casi, il loro bagaglio di esperienze e competenze è stato fondamentale per il successo.
Nel Belpaese, invece, Lino Dainese incarna bene questo fenomeno. Classe 1948, dopo aver fondato negli anni ’70 un’azienda produttrice di equipaggiamento tecnico per il motociclismo (Dainese, ndr), nel 2015 cambia tutte le carte in tavola. A 67 anni vende la maggioranza delle quote del suo colosso a un fondo di investimenti e crea “D-Air Lab”, una startup che sviluppa dispositivi di protezione per i lavoratori. La sua esperienza pregressa, accumulata nel settore, è stata un volano per il nuovo progetto.
E come non parlare di Carlo Guglielmi? Dopo una lunga carriera alla guida di Fontana Arte, ha fondato Firmamento Milano, una startup di design caratterizzata da collezione di prodotti originali, in controtendenza rispetto alle richieste del mercato. Una sfida audace, un ritorno alle origini dell’imprenditorialità, spinto dalla passione e dalla volontà di innovare.
Un mondo del lavoro in rivoluzione
Un fenomeno che sta rivoluzionando il concetto stesso di lavoro. Questo mondo di “piani B” si sta imponendo, poco a poco, sui mercati mondiali, spostando l’idea di impresa. Serve cambiare, serve reinventarsi, serve scommettere sul nuovo: eccola la ventata di novità che si fa largo in un mondo in cui il posto fisso non rappresenta più una strada da seguire ad ogni costo. Una società in cui, al contrario, l’esperienza e la visione possono portare a successi importanti, indipendentemente dall’età.
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