Il cibo si spreca ancora, ma decisamente meno. Eppure, c’è stato un tempo in cui sprecare era “vietato”, in cui non si buttava proprio nulla. Quando gli avanzi o gli alimenti in deperimento venivano recuperati: dalla frutta matura si ricavavano vasetti di marmellata, il pane era sacro e se raffermo veniva utilizzato per le polpette; oppure dalla verdura, non proprio più fresca, si faceva una bella frittata o il minestrone. Insomma, basterebbe ascoltare i racconti o seguire i comportamenti delle generazioni più anziane, per essere più virtuosi contro lo spreco alimentare.
Tuttavia, passi in avanti per arginare lo spreco degli alimenti sono visibili. È l’effetto Covid, del lockdown e dei limiti agli spostamenti. Tutti questi fattori hanno “salvato” dalla spazzatura quantità enormi di alimenti. Ma è aumentata nel frattempo anche la sensibilità degli italiani contro lo spreco. A dirlo è il report di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability (su rilevazione Ipsos), in occasione dell’8° Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, tenutasi il 5 febbraio scorso.
Si spreca ancora, ma drasticamente meno. Nel 2020 sono finiti nella spazzatura “solo” 27 kg di cibo a testa (529 grammi a settimana), quindi l’11,78% in meno (3,6 kg) rispetto al 2019. Questo significa oltre 222.000 tonnellate di cibo “salvato” dallo spreco in Italia e un risparmio di 6 euro pro capite. Ci costa 6 miliardi e 403 milioni euro lo spreco alimentare domestico nazionale. Una cifra che sfiora i 10 miliardi euro se si considera l’intera filiera dello spreco del cibo in Italia, sommando le perdite in campo e lo spreco nel commercio e nella distribuzione.
Dove si spreca di più
Secondo la mappa dello spreco nella Penisola siamo meno virtuosi al Sud, dove si getta il 15% in più di cibo e avanzi (600 grammi a settimana), e nei piccoli centri. Si spreca meno invece al Nord (-8%, quasi 489 grammi a settimana) e nel Centro Italia (-7%, circa 496 grammi settimanali). Sono le famiglie con figli a gettare più spesso il cibo: in media lo fanno il 15% in più dei single, che si scoprono più virtuosi e oculati, così come i cittadini dei centri urbani rispetto ai piccoli Comuni. A sorpresa, meno si guadagna e più si spreca: il 38% circa degli italiani che si autodefiniscono “di ceto basso/medio-basso” getta circa il 10/15% in più rispetto agli altri intervistati.
Cosa si spreca di più
Ben 8 italiani su 10 dichiarano di non sprecare quasi mai il cibo, o meno di una volta alla settimana. E quando capita, c’è sempre la frutta fresca al top della nefasta “hit parade” degli sprechi (37%), seguita da verdura fresca (28,1%), cipolle, aglio e tuberi (5%), insalata (21%) e pane fresco (21%). Anche se ci siamo scoperti grandi “panificatori” nelle lunghe settimane del lockdown, ne gettiamo ancora 20 grammi a settimana pro capite, e poco meno di 1 kg nel corso dell’anno.
Dieci consigli contro lo spreco alimentare
Ma come si fa la lotta allo spreco? Si parte dai comportamenti di acquisto. Meglio fare attenzione alle promozioni, al bis, al 3×2: funzionano solo se quel cibo viene davvero consumato. I consigli sono dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), impegnata nella lotta contro lo spreco alimentare. Intanto, è utile organizzare bene la dispensa e il frigorifero per avere davanti agli occhi i cibi in scadenza. Il primo consiglio è sempre lo stesso: fare la lista della spesa. Un’altra indicazione un po’ meno diffusa e che fa sorridere, ma ha una sua utilità, è quella di non andare a fare la spesa quando si ha fame. Il carrello rischia di riempirsi davvero troppo. L’UNC ha stilato i suoi dieci consigli per la lotta allo spreco. Eccoli:
- Prima di andare al supermercato, preparare la lista della spesa, pianificando i pasti della settimana.
- Scegliere gli alimenti con una vita residua più lunga (spesso sono quelli meno in vista negli scaffali del supermercato).
- Non fare la spesa a stomaco vuoto: il carrello si riempirà più facilmente di prodotti inutili.
- Occhio ai formati convenienza: il 3×2 conviene solo se si consuma effettivamente il prodotto, altrimenti aumenta solo il rischio che finisca nella spazzatura.
- Una volta a casa, riporre con attenzione la spesa: gli alimenti più “nuovi” con una data di scadenza più lontana vanno dietro, mentre avanti vanno riposti quelli più vecchi per consumarli prima.
- La temperatura ideale per il frigorifero è di 4 gradi.
- Riporre, in frigo, ogni alimento nel posto giusto (frutta e verdura nei cassetti: pesce e carne cruda al primo piano; carne cotta al secondo; affettati e formaggi più in alto; conserve aperte e uova ancora più su): in questo modo gli alimenti si conserveranno più a lungo.
- Congelare gli alimenti che avanzano scrivendo sul contenitore la data.
- Ricordare che gli alimenti scongelati e poi cotti possono essere ricongelati.
- Consiglio della nonna: prima di buttare, aprire, odorare, assaggiare e poi decidere!
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