La pratica della regolare attività fisica, anche in età avanzata, è uno dei modi più sicuri per migliorare lo stato di salute e allungare l’aspettativa di vita.
Sport e anziani: un aiuto concreto
Con l’avanzare dell’età si assiste ad una riduzione della funzionalità di molti apparati, tra questi gli apparati cardiovascolare e respiratorio, il sistema nervoso e quello muscolo-scheletrico. È quindi inevitabile un declino delle capacità fisiche e, in particolare, della densità ossea e del tessuto muscolare che da condizioni di ipotonotrofia può evolvere verso quadri di grave sarcopenia. L’attività fisica regolare con allenamenti leggeri può risolvere parzialmente o ritardare in modo significativo la perdita di massa e di forza muscolare, anche se iniziata in età avanzata.
L’inattività fisica comporta rischi
Al contrario, sedentarietà e inattività fisica, possono contribuire, insieme ad altri fattori di rischio, allo sviluppo di diverse malattie degenerative come, ad esempio, l’osteoporosi. La mobilizzazione completa di tutte le articolazioni e il potenziamento della muscolatura attraverso l’attività fisica regolare, mette in azione numerosissimi meccanismi biologici che interagiscono con organi e apparati.
Lo sport per una muscolatura più resistente
Nello specifico, i benefici di un costante esercizio fisico sulla salute degli anziani saranno rappresentati da un minore accumulo di grasso totale e addominale, da muscolatura più resistente all’affaticamento, da minore stress cardiovascolare e metabolico, da abbassamento della pressione arteriosa, da riduzione dei livelli di colesterolemia e trigliceridemia, da un ridotto rischio di diabete o di patologie coronariche, da un miglior controllo del diabete di tipo II, dal miglioramento dei disturbi vascolari periferici, da una maggiore efficienza cardiorespiratoria, dall’aumento della motilità intestinale, dal benessere psicologico (minor rischio di depressione e ansia) e, infine, da un rendimento cognitivo superiore (più memoria e capacità di attenzione). L’esercizio fisico riduce lo stress ossidativo, migliora il tono dell’umore e riduce la sensazione di fatica e il decadimento muscolare.
Il recupero dell’attività fisica
L’attività fisica controllata e la precoce mobilizzazione dopo una fase di ipomobilità per qualunque causa, rappresentano lo standard di cura per favorire il recupero ed evitare di incorrere nella sindrome da allettamento prolungato che come è noto rappresenta un severo quadro a prognosi infausta. Questo quadro conosciuta anche con il sinonimo di sindrome da immobilizzazione può essere definita come una sindrome morbosa multisistemica che insorge a seguito di una prolungata inattività e/o degenza a letto, indipendentemente dalla malattia che ne è a monte, determinata da un complesso di segni secondari. L’attività fisica contribuisce al mantenimento di una condizione funzionale “ottimale” qualora sia regolare e consideri le caratteristiche del paziente e la complessità della malattia, prevenendo evolutività verso questa pericolosa condizione. L’attività fisica è la via migliore e più importante per assicurare il mantenimento delle capacità funzionali; è quindi particolarmente importante nella prevenzione degli effetti deterioranti dell’invecchiamento e delle malattie croniche.
Sport e anziani: i casi eccellenti
Le possibilità e soprattutto gli esempi di eccezionali prestazioni fisiche in età avanzata non mancano certamente nella storia e nella cronaca recente, con casi consegnati anche alla letteratura scientifica. Vale la pena citare Bert Morrow, che ha iniziato l’atletica a 69 anni e ultraottantenne ha corso gli 80m ad ostacoli in 19”18 (record mondiale per la categoria), detentore anche del record mondiale dei 60 m piani, 60 m ad ostacoli e dei 200 m piani. Ancora John H. “Doc” Ball, 93 anni il più anziano surfer di sempre che a Shelter Cove (California) esercitava questo sport senza muta e infine l’ottantacinquenne “Banana” George, che ha praticato lo sci nautico a piedi nudi, all’età di 81 anni ha guidato una macchina da corsa, a 82 ha iniziato a lanciarsi con il paracadute, a 83 ha cominciato ad andare sul surf e a 85 ha cavalcato un toro. Quindi da queste considerazioni emerge la straordinaria importanza dell’attività fisica e di un corretto esercizio motorio consigliato o controllato per il mantenimento di una buona condizione motoria, non rifuggendo da pratiche sportive amatoriali e ludico ricreative e da un costante esercizio di movimento anche se limitato ad una regolare passeggiata quotidiana.
Poltrona e letto nemici degli anziani
Poltrona e letto non sono amici degli anziani ma sovente possono essere compagni “traditori” in grado soltanto di dare un transitorio riposo e un fugace beneficio, nascondendo insidie sulle capacità motorie del soggetto. Assumendo come straordinaria riflessione l’aforisma di Charles Augustin de Sainte-Beuve (1804 -1869), critico letterario, scrittore e aforista, figura di spicco della critica francese che ha scritto: “La vecchiaia è l’unico sistema che si sia trovato per vivere a lungo” e l’altrettanto ironicamente straordinario quello di Mark Twain (1835 – 1910) che recita: ”La vita sarebbe infinitamente più felice se nascessimo a ottanta anni e ci avvicinassimo gradualmente ai diciotto “ è possibile sostenere che l’attività fisica aiuta a vivere a lungo “aggiungendo” vita agli anni e consentendo di ridurre l’inevitabile ” iatus” che per tante attività del percorso di vita esiste tra i diciotto e gli ottanta anni.
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