Grazie allo SPID si possono mandare in soffitta decine di password e pin intestati ad unica persona. Due sole credenziali possono semplificare enormemente l’accesso alla Pubblica Amministrazione.
Eppure stenta ancora a decollare lo SPID – il Sistema Pubblico di Identità Digitale -, la fondamentale chiave di accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione. E ad essere penalizzati sembrano essere sempre e soprattutto loro: gli over 65. Secondo le statistiche ufficiali, infatti, solo il 5% di questa fascia di età ha attivato un’identità digitale.
Una delega per rendere più semplici le cose
Il capitolo della nuova e unica identità digitale è da un po’ di tempo uno dei principali nodi da sciogliere per il Ministero dell’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale. Per questo si è intensificata la collaborazione con l’Agid, ovvero l’Agenzia per l’Italia Digitale, e naturalmente con tutti i gestori di SPID coinvolti.
L’obiettivo è sciogliere subito almeno in parte gli ostacoli che non favoriscono l’accesso all’Identità Digitale per anziani, disabili e persone più deboli. Per superare allora l’ostacolo SPID, che sembra tormentare ormai ben 16 milioni di pensionati, si è fatta strada l’idea di coinvolgere anche i nipoti. Un modo per venire incontro a tutti quei nonni che hanno una ridotta conoscenza digitale.
Il funzionamento è semplice: basterà una delega familiare firmata dall’interessato. Dopo il necessario riconoscimento allo sportello del familiare e la firma di un parente o nipote della persona anziana, la persona incaricata potrà eseguire la procedura. Quest’ultima, con un’unica identità digitale e un’unica password, avrà accesso a più utenze con tanto di codici fiscali multipli. Il numero massimo di deleghe consentite è ancora da definire, ma si potrebbe arrivare a cinque.
Anche chi è disabile potrà avere le credenziali SPID
Nel caso in cui, invece, lo SPID fosse necessario ad una persona disabile? Anche qui si profilano all’orizzonte grosse novità. Sarà infatti necessario produrre allo sportello, da part della persona autorizzata, la sentenza che riconosce il ruolo di tutore o amministratore di sostegno. A questo punto si procede nello stesso modo spiegato sopra.
La procedura dovrebbe essere a prova di truffa: il riconoscimento allo sportello, infatti, mette al sicuro anche la privacy. In entrambi i casi, comunque, sarà più facile concludere la pratica di attivazione e ottenere la chiave di accesso ai servizi Inps e Inail, al Fascicolo Sanitario Elettronico, al cassetto fiscale e al 730 precompilato dell’Agenzia delle Entrate. Solo per citarne alcuni.
Come funziona con Poste Italiane
Poste è uno dei gestori che permette di ottenere gratuitamente l’Identità Digitale accanto ad altre modalità a pagamento. Al momento la strada più semplice è proprio quella di accedere al sito di Poste e seguire una procedura in meno di 10 passaggi: prenotazione dell’appuntamento via App o WhatsApp; registrazione dei dati di persona allo sportello; uso del link inviato sulla propria e-mail – necessaria come il numero di cellulare – per utilizzare la password provvisoria; inserimento nuova password; download di un’altra App; scelta del codice di sblocco; inserimento del codice Otp arrivato via sms; attivazione finale della password di SPID. Ma proprio in questi giorni Poste ha attivato una modalità per eseguire la procedura senza muoversi da casa. È sufficiente inviare un video via App attestante la volontà di accedere all’Identità Digitale. Insieme bisogna mandare anche la foto del documento o impiegare la Carta d’Identità Elettronica, se si ricordano i pin. Unica cosa: la procedura di sicurezza prevede che si faccia anche un bonifico di un euro, che verrà poi rimborsato. Certo, non si tratta di un procedura facilissima, ma per chi non può muoversi da casa e può avere l’aiuto di qualcuno risulta molto utile.
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