È una spesa necessaria ma tanti, troppi, non se la possono permettere. È quanto emerge della ricerca “Colf, badanti e baby sitter: una spesa irrinunciabile, ma quanto sostenibile?”, il secondo elaborato nell’ambito del progetto “Welfare familiare e valore sociale del lavoro domestico in Italia”, realizzato dal Censis per Assindatcolf (l’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico).
Quando occorre l’aiuto esterno
Questa radiografia dei servizi familiari in Italia offre uno spaccato chiaro: il 79,5% delle famiglie datrici di lavoro associate a Assindatcolf ricorre a una colf, il 20,4% a una badante e il 7,1% si avvale delle baby sitter con costi mensili che oscillano tra i 650 e 1.200 euro. Una spesa irrinunciabile, appunto, ma che non tutti sono in grado di sostenere.
Il profilo della collaborazione domestica
Scendendo più nel dettaglio si legge come le colf siano prevalentemente di origine straniera (nell’83,1% dei casi) e che vengono assunte a ore (89,9%). Il loro contributo in ambito domestico (per il 43,3%) è legato all’impossibilità di occuparsi direttamente della cura della casa. Percentuale che sale al 57,3% dei nuclei familiari laddove ci siano persone non autosufficienti e al 67,0% tra gli over 75 anni.
Una spesa faticosa
Ma una famiglia su cinque (il 20,8%) incontra difficoltà a sostenere la spesa per le collaboratrici domestiche in questa rilevazione che ha esaminato un campione di famiglie evidentemente associate a Assindatcolf, per il 50% con un’età superiore ai 60 anni e per il 70% di sesso femminile. Marcata l’incidenza, tra le persone più anziane, di chi vive da solo (il 57% degli over 75).
La badante, il costo che pesa
Il vero nodo dolente è quello legato all’assunzione di badanti: una spesa necessaria ma, appunto, poco sostenibile. Nell’84,9% dei casi le famiglie assumono una persona di origine straniera e il 67,1% dei contratti prevede la convivenza con il datore di lavoro. La ragione per la quale si ricorre a questo genere di aiuto sta nell’impossibilità da parte del convivente di occuparsi della persona non più autosufficiente in prima persona (38,2%). Un’urgenza vissuta soprattutto dalle famiglie composte da persone di 51-60 anni: in questo caso la percentuale sale al 67,8%.
Il 30,1% dei datori di lavoro di una badante vive da solo e ha bisogno di una figura in grado di pensare allo stesso tempo alla casa e alla cura della persona. Si tratta di una condizione comune al 74,3% degli over 75 presenti nel campione. Milleduecento euro la spesa media mensile per avere l’aiuto di una badante, ma solo il 31,4% delle famiglie la giudica sostenibile. Un terzo dei nuclei familiari, infatti, trovano il costo eccessivo per le loro tasche.
Servono contributi per le assunzioni regolari
Il vero problema – sintetizza Andrea Zini, presidente di Assindatcolf – si pone appunto «quando occorre far fronte a una condizione di non autosufficienza, soprattutto quando questa si manifesta improvvisamente». È in quel momento, sottolinea Zini, «che viene meno la possibilità di organizzare il servizio in base alle disponibilità economiche, poiché la domanda di assistenza diventa direttamente proporzionale alle necessità. È allora che le famiglie entrano in affanno economicamente e il costo diventa insostenibile. Considerato che il lavoro domestico è diventato a tutti gli effetti un vero e proprio pilastro del welfare di questo Paese, è necessario e urgente un intervento da parte dello Stato affinché siano previste agevolazioni alla regolare assunzione che permettano alle famiglie di risparmiare sui costi».
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