A Torino, ripartono gli incontri gratuiti promossi dalla Fondazione Paideia. “Quando parliamo con i nostri amici, ci sentiamo compatiti. Qui riusciamo, invece, a vedere le cose da un punto di vista differente”
È ripartito a ottobre lo spazio che Fondazione Paideia dedica ai nonni di bambini e bambine con disabilità. Lo “Spazio Nonni” prevede una serie di appuntamenti su temi specifici, per una riflessione e un confronto tra pari. Nel corso di ciascun incontro, sono anche suggeriti strumenti e strategie per comprendere e relazionarsi meglio con i propri nipoti.
Le parole dei nonni e di chi li accompagna
Ecco le testimonianze di alcuni dei nonni partecipanti, come Luigia e Giuseppe: “Non avevamo mai sentito parlare di autismo prima della diagnosi. Confrontarci con gli altri nonni è servito per farci vedere i problemi come opportunità. Può essere anche un modo vicendevole di farci coraggio. Quando parliamo con i nostri amici ci sentiamo più spesso compatiti, qui, invece, riusciamo a vedere le cose da un punto di vista differente. Conoscendo nostra nipote, ci sembra di aver conosciuto un altro lato degli altri. Quello che abbiamo capito dalla nostra storia è che conoscere di più fa bene: fa venire voglia di cercare soluzioni nuove, capire come approcciarci ai nostri nipoti, immaginare strategie migliori per comunicare ed entrare in contatto con i bambini”.
Il ruolo prezioso e delicato dei nonni quando c’è una disabilità
Fabrizio Zucca è psicologo e psicoterapeuta della Fondazione Paideia: “Qualche anno fa – spiega – abbiamo avuto modo di riflettere sull’esperienza dei nonni. Eravamo all’interno di un gruppo per familiari. I nostri primi destinatari, ma c’erano anche uno zio e due nonni. In quel momento abbiamo compreso quanto fosse prezioso e delicato il ruolo dei nonni nella famiglia di un bambino o di una bambina con disabilità”.
In questa particolare circostanza, infatti, il compito dei nonni si complica, o meglio si duplica: da una parte sono “genitori di un figlio che si ritrova a gestire l’impatto della disabilità. Allo stesso tempo, sono nonni di un nipote con disabilità e dei suoi fratelli o sorelle”, spiega ancora Zucca. “I nonni vorrebbero saperne di più – aggiunge – A sono molto preoccupati, ma cercano di non essere invadenti: sanno che bisogna dare tempo alla mamma e al papà di capire meglio. Questo percorso è un’occasione: possono condividere la loro esperienza e confrontarsi insieme ad altre persone con un vissuto simile”.
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