L’abbiamo sempre considerato un piatto salva-cena. Chi se l’aspettava che fosse anche un piatto salva-vita. Eppure gli spaghetti aglio, olio e peperoncino, un classico ma sempre valido rimedio alla mancanza di altri ingredienti e di fantasia, sono un vero e proprio toccasana. I loro benefici si devono all’ingrediente dal sapore piccante, il peperoncino.
Secondo uno studio della Pennsylvania State University che verrà presentato al meeting virtuale dell’American Heart Association (13-17 novembre), chi mangia peperoncino vive più a lungo. Sì, perché – a quanto sembra – la spezia preferita dai calabresi e dai messicani allontana il rischio di malattie cardiovascolari (infarto e ictus) e di cancro.
Uno studio davvero “piccante”
I ricercatori hanno raccolto informazioni sulle abitudini alimentari e sulla salute di oltre 570mila persone provenienti da Stati Uniti, Italia, Cina e Iran che avevano partecipato a indagini mediche nei rispettivi Paesi.
Il metodo utilizzato dagli scienziati è semplice: hanno messo a confronto le condizioni di salute delle persone che aggiungevano regolarmente il peperoncino alle pietanze con quelle dei partecipanti che non usavano mai o quasi mai la spezia capace, quando vuole, di mandare a fuoco la gola.
I risultati sono un invito a mangiare piccante: chi consuma la bacca a forma di corno almeno quattro volte alla settimana ottiene una riduzione del 26% del rischio di morte prematura per cause cardiovascolari, del 23% per cancro e del 25% per tutte le cause.
Tutto merito della capsaicina, il principio attivo del peperoncino
Ma a cosa si deve questo effetto protettivo del peperoncino? L’elemento “magico” è la capsaicina, responsabile tra l’altro del suo sapore piccante. Se il peperoncino fosse un farmaco, la capsaicina sarebbe il suo principio attivo, quello che gli conferisce le proprietà terapeutiche.
Non è la prima volta però che questa sostanza attira l’interesse della scienza. Lo scorso dicembre, infatti, venivano pubblicati i risultati di uno studio italiano su ScienceDirect, condotto dall’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed di Pozzilli (Isernia), che dimostravano la capacità del peperoncino e della capsaicina di prevenire infarto o ictus e di conseguenza di allungare la vita.
Gli scienziati italiani avevano monitorato per otto anni la salute di 23mila persone. Alla fine avevano riscontrato lo stesso potere protettivo del peperoncino osservato dai ricercatori americani.
Basta mangiare piccante per incrementare la longevità? In parte sì
La buona notizia è che per ottenere i benefici in questione basta solo aggiungerne un po’ ai cibi. Non c’è bisogno di cambiare abitudini alimentari, di fare rinunce e sacrifici. Basta l’elemento piccante a fare la differenza.
«Un fatto interessante è che la protezione dal rischio di mortalità è indipendente dal tipo di dieta seguita dalle persone. In altre parole, qualcuno può seguire la sana dieta mediterranea, qualcun altro può mangiare in maniera meno salutare, ma l’effetto protettivo del peperoncino vale per tutti», aveva dichiarato Marialaura Bonaccio, a capo dello studio italiano, commentando i risultati.
Non bisogna dimenticare che i peperoncini contengono potassio, fibre, vitamina A, B6 ed E. Tutte sostanze che contribuiscono ad abbassare la pressione arteriosa. Inoltre, aggiungendo la spezia si può ridurre l’uso del sale senza rinunciare al sapore del piatto. Ora lo sapete, insomma: la nostra longevità si lega al mangiare piccante.
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