C’era una volta la terza età… Per consuetudine iniziava a 65 anni ed era fatta di giornate riposanti, pochi impegni, poche distrazioni, pochi spostamenti. Oggi è tutto diverso: i sessantacinquenni sono pieni di energia e hanno un’agenda molto più movimentata di chi ha la metà dei loro anni. E, soprattutto, hanno molto probabilmente ancora 20 anni di vita davanti e, nel caso delle donne, anche 25. È difficile considerarli anziani. Anzi è proprio sbagliato. A dirlo è l’ufficio statistico nazionale del Regno Unito che ha ufficialmente aggiornato la suddivisione delle età della vita: la nuova senilità comincia a 70 anni.
Il parametro scelto dai demografi per stabilire il momento di ingresso nella fase più avanzata della vita è un dato statistico: si diventa anziani quando ci si aspetta di avere davanti in media 15 anni di vita. Cosa che oggi succede per l’appunto non prima di avere spento le 70 candeline.
Secondo il nuovo criterio a fare testo sono gli anni che devono venire piuttosto che quelli già vissuti, l’aspettativa di vita, cioè, conta più dell’età cronologica per misurare l’invecchiamento della popolazione. «Ciò significa che calcolare l’invecchiamento della popolazione in base alla percentuale di persone nella popolazione di una determinata età cronologica potrebbe non essere il parametro più appropriato da utilizzare per analizzare la salute della nostra popolazione che invecchia. I calcoli in prospettiva, invece, basati sugli anni di vita rimanenti, possono fornire un’indicazione più coerente e come tale possono essere una misura più appropriata da utilizzare quando si pianificano gli interventi sulle necessità e le domande di assistenza sanitaria e sociale attuali e futuri», scrivono i ricercatori autori del documento.
Nel corso di un secolo l’età alla quale un individuo è legittimato a fare progetti per i successivi tre lustri si è spostata rapidamente in avanti.
Nel 1950 potevano aspettarsi di vivere altri 15 anni le donne e gli uomini di 60 anni. Negli anni Novanta la stessa aspettativa di vita l’avevano le persone di 65 anni. Oggi si è passati a 70 anni. E la soglia che segna l’inizio della terza età continuerà a slittare: nel 2057 gli esperti prevedono che si diventerà anziani a 75 anni e nel 2066 ad avere un’aspettativa di vita di ancora 15 anni saranno gli uomini di 75 anni e le donne di 77.
«Le persone di 70 anni ora hanno la stessa aspettativa di vita e le stesse condizioni di salute delle persone di 65 anni del passato, quindi in media osserviamo che la popolazione sta decisamente meglio che nel passato», ha dichiarato Libby Webb, a capo dello studio inglese. Non solo si vive più a lungo, dunque, ma si vivono anche più anni in salute. Nel 2017, la percentuale di donne in scarse condizioni di salute di 70 anni equivaleva a quella registrata nel 1981 tra quelle di 60. Vuol dire che le 70enni di oggi stanno come le 60enni di ieri. Grosso modo lo stesso vale per gli uomini: i 70enni di oggi hanno le stesse condizioni di salute dei 65enni del 1997.
Va detto, però, che l’esigenza di dare per forza un nome ad un’età è sentita solo dai demografi e dagli esperti di salute pubblica. In generale vale un altro criterio: ognuno ha l’età che sente di avere, indipendentemente da quel che dice l’anagrafe.
© Riproduzione riservata