Sonia Bernardetta Sella. Pluriennale esperienza nel commercio internazionale, vive a Vicenza dove partecipa ad associazionismo culturale e creativo, e svolge attività di volontariato. Ama fotografare, scrivere racconti brevi e fiabe. Sue creazioni sono state diffuse alla radio, in antologie, in un quotidiano e in un romanzo a più mani. “Tommaso trenino imprudente”, sua prima fiaba, è stata segnalata, divulgata anche per un progetto scolastico Comenius e per un laboratorio sonoro-teatrale documentato in rete dal Politecnico di Milano. Nel 2019, 2020 e 2022 ha ricevuto la Menzione speciale della giuria per la prosa, al concorso 50&Più.
Regina era nel suo studiolo, seduta con i gomiti appoggiati allo scrittoio e le mani aperte che le sostenevano il mento. Fissava una vecchia foto di sua figlia, bambina, con in braccio la gatta, e sentiva le parole che, quel mattino, le ronzavano nella testa. Ricordava perfettamente quando le erano apparse la prima volta, quasi rivelatrici, le considerazioni che ne erano scaturite e le conseguenti azioni.
Ne era passata di acqua sotto i ponti da allora…
A distanza di tempo stava nuovamente riflettendo, rivangando la sua personale ricerca dello scopo di esistere, pungolo che le era affiorato nella mente quando si era imbattuta in una situazione inattesa e aveva dovuto assecondare delle scelte che non le erano consone, che avevano coinvolto la sua sfera familiare.
Dopo aver vissuto un’esistenza piuttosto lineare, quasi scontata, ora era in esplorazione. Era partita per il suo viaggio dopo che una scintilla accesa dalla lettura di un testo l’aveva stimolata a prendere più coscienza di sé, di ciò che poteva sviluppare per cogliere le opportunità che le si presentavano, per vivere in pienezza. Il libro, l’ Alchimista di Paulo Coelho, le era stato regalato da due amiche che la sapevano ascoltare e comprendere, mentre era degente in ospedale per una isterectomia.
La dedica: Con l’augurio di un futuro sereno. Con affetto. Anna e Genny. Rientrata a casa per la convalescenza aveva parcheggiato il libro sulla libreria, dimenticandosene.
All’epoca aveva considerato bizzarra la scelta di quel romanzo di formazione; successivamente fu anche delusa perché nonostante fosse un best-seller tradotto in 56 o forse più lingue, scoprì che era stato etichettato come mediocre. Per un periodo aveva imparato a non tirarlo in ballo, proprio per non essere disapprovata da chi amava leggere pubblicazioni di notevole spessore; col passare del tempo, quando divenne più fiduciosa del giudizio del prossimo, s’incoraggiò a parlarne. Lei in fondo non sindacava sui contenuti dei testi letti dagli altri e rispettava le loro preferenze.
Trascorso più o meno un anno dall’intervento chirurgico, la vita di Regina, suo malgrado, era cambiata. Fu proprio allora che, alla ricerca di spiegazioni e verità su ciò che le stava accadendo, dopo aver visionato la quarta di copertina, lo lesse.
Tante erano le parti che la attrassero, ma fu particolarmente attenta al significato che l’autore scrisse dell’Alchimia: “Penetrare nell’ Anima del Mondo e scoprire il tesoro che essa ha riservato per noi” e poi “Chiunque interferisca nella Leggenda personale degli altri, non scoprirà mai la propria”.
Le si era aperto un mondo nuovo.
Allora aveva incominciato a scavare dentro sé per comprendere il senso della parte sconosciuta della sua esistenza, a lasciar perdere chi non la apprezzava abbastanza e a trarre il meglio dalle situazioni negative. Le piaceva anche credere che la vita avesse in serbo qualcosa di speciale per lei, e stava in allerta per scoprirlo.
Dopo essersi sentita un’anima inquieta nel mare della notte, avvolta dall’ombra della solitudine, venne scossa da un’onda, e infine illuminata da un faro. Attivando la sua creatività aveva trovato valore e sprazzi di felicità approcciandosi alla scrittura che, dopo aver fatto capolino, di tanto in tanto l’abbandonava. Convenne che bisognava saper prendere la palla al balzo al momento giusto: ascoltare il proprio pensiero e di getto abbozzare l’idea finché le parole scorrono nella mente prima di volare via.
Così come nel vissuto di tutti i giorni: il pensiero, il progetto e l’azione. Obbligatorio era il fare.
In cammino, tra verdi sentieri, dolci declivi, rocce e anfratti, nonostante la fatica, trovava conforto, serenità e bellezza. A contatto con la natura, ad un passo dal cielo, si sentiva più viva. Le sensazioni più intense le aveva quando accarezzata dai venti del susseguirsi delle stagioni, immersa nel blu o illuminata dalla luce di luna e stelle, pervasa da un senso di pace e stupore, si sentiva tutt’uno con l’universo.
Nel suo girovagare aveva sempre garantito una vita dignitosa per sé e per la famiglia, prendendosi cura dei suoi cari. Ma non sentendosi completamente gratificata e intollerante all’indifferenza verso le necessità del prossimo, si era
dedicata al volontariato con altruismo e generosità, premiata dalla gioia di stare con gli altri, per gli altri.
Persona piuttosto intuitiva, spesso riusciva ad avvertire il giudizio nei suoi confronti, di chi le era accanto, da impercettibili segnali di approvazione od opposizione, dalla modulazione della voce, dallo sguardo, dai silenzi. Era anche fin troppo attenta a tutto ciò che le stava intorno, e questo sfavoriva il suo quieto vivere.
Si era ripromessa più volte di far valere propri diritti fino in fondo, ma per timore di danneggiare o compromettere i rapporti con le persone coinvolte, anziché difendere la propria causa, aveva preferito congelare il suo desiderio di giustizia, per non volere accendere micce. Ma ogni tanto il ghiaccio si scioglieva, lasciandola con
l’amaro di una situazione irrisolta.
Regina ora era consapevole che per raggiungere il benessere interiore e fisico, per godere fino in fondo dei doni della vita, doveva agire, imparare a sorvolare certe situazioni, mettere di più al centro se stessa, esprimendo i propri bisogni, pur tenendo in considerazione gli altri, diventare luce, passo indispensabile per raggiungere la realizzazione personale e conquistare cime sempre più alte.