E’ ormai risaputo che l’italia è un Paese di anziani, che oggi purtroppo stanno pagando in termini drammatici questa emergenza. Le iniziative a favore degli anziani – meritoriamente – si moltiplicano, ma a volte, situazioni che dovrebbero essere “naturalmente ed eticamente” applicate (la fila per la spesa, ad esempio), fanno precipitare quella solidarietà sociale che sopratutto in momenti di grave emergenza dovrebbe emergere.
Ne è un esempio ciò che è accaduto lo scorso sabato ad oltre un centinaio di persone in coda davanti ad una delle filiali Esselunga a Milano. Un’anziana signora in un cappotto lungo guarda spaesata la fila indiana imposta dalle nuove norme sul distanziamento sociale. Incerta: non sa se raggiungere la fine della coda, non certa di farcela, poiché alla sua età restare oltre un’ora in piedi per aspettare di entrare può diventare una sfida troppo impegnativa. Qualcuno le propone di andare subito in testa: “Lo dica alle guardie, vedrà che la faranno passare“. Qualcun altro, più egoisticamente, si oppone e — quando l’anziana signora si allontana — sibila: “Se non ce la fa stia a casa… la spesa può ordinarla al telefono. Io sono qui dall’alba, certo non per vederla passare avanti“.
In moltissimi Paesi del mondo si sta cercando di facilitare la possibilità di adempiere ai semplici bisogni delle persone anziane in grado di soddisfarli autonomamente, esentandoli dalle lunghe code che per motivi di sicurezza si formano nei negozi, nei supermercati o alle poste.
In un Paese civile non dovrebbe esserci bisogno che fosse imposto: dobbiamo invece sperare in un “provvedimento saltafile” per gli anziani.
SINTESI DI: Zanini Luca, Covid-19 lasciate passare gli anziani: è questione di civiltà e di etica sociale, www.corriere.it, 29-03-2020
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