«Nel giorno del 718° anniversario della sua fondazione, la Comunità universitaria de La Sapienza è orgogliosa di riaccogliere una delle sue laureate più illustri tra i suoi dottori di ricerca».
Con queste parole Sofia Corradi – nota a tutti come “La mamma dell’Erasmus” – ha accolto il conferimento del dottorato di ricerca honoris causa in Psicologia sociale, dello sviluppo e della ricerca educativa. Un riconoscimento da poco giunto nelle sue mani a conferma del prezioso percorso – l’Erasmus, appunto – ideato dalla donna che oggi ha 86 anni.
Migliaia di studenti in viaggio
Grazie a lei, solo nel nostro Paese, sono oltre 500mila gli universitari italiani che hanno studiato o svolto un tirocinio in Europa dall’inizio del Programma, nel 1987. Ragazzi che hanno aderito agli scambi Erasmus fra centinaia di università e istituzioni di istruzione superiore europee. Oggi sono adulti con alle spalle il ricordo prezioso di quel percorso stimolante e condiviso con colleghi di provenienza internazionale.
Un vantaggio nato per effetto della straordinaria mobilità in tutta Europa che in questo momento, in tempi di Covid, fa ancor più effetto sottolineare. Un diritto valido per tutti gli universitari: cosa mai accaduta prima dal momento che, in passato, a viaggiare erano solo i ragazzi di famiglie agiate.
Una cerimonia in streaming
La cerimonia dedicata a Sofia Corradi – che si è collegata in diretta streaming – è stata aperta dalla prolusione della rettrice Antonella Polimeni seguita dall’allocuzione di Fabio Lucidi, preside della Facoltà di Medicina e psicologia e dall’elogio di Pietro Lucisano, coordinatore del corso di dottorato in Ricerca educativa e psicologia dello sviluppo.
«Oggi – ha detto la rettrice Antonella Polimeni attribuendo il titolo accademico di Dottore di ricerca -, intendiamo riconoscere a Sofia Corradi di aver saputo contribuire a questo processo di cambiamento con una straordinaria capacità di visione e condivisione, impegno sociale e capacità organizzativa».
L’Erasmus, in effetti, ha sdoganato la possibilità di spostamento per motivi di studio, rendendola pressoché alla portata di tutti. Un risultato il cui merito va sicuramente attribuito a Sofia Corradi.
La creatività figlia della rabbia
«Ho inventato Erasmus perché mi avevano fatto arrabbiare», ha raccontato Sofia Corradi a 50&Più. «Dopo Giurisprudenza mi guadagnai una borsa di studio e la possibilità di fare un anno alla Columbia University di New York, per il Master in diritto comparato. Tornata a Roma, mi crollò il mondo addosso: in segreteria, all’università, non vollero saperne di convalidarmi gli esami sostenuti all’estero». Ma Sofia non si diede per vinta: «L’idea dell’Erasmus è nata proprio in quel momento». Un’idea che: «I nonni sono i primi a sostenere. Le nonne, in particolare, sono le principali supporters dei giovani che intendono mettersi in viaggio. Sono loro che ancora oggi li spingono a partire, contribuendo economicamente e vincendo eventuali resistenze dei genitori».
Un gioco di squadra che dura ormai da decenni e che permette a migliaia di ragazzi di spiccare il volo, mettendo il naso fuori dal Paese e accaparrandosi un’opportunità di studio. O addirittura il passepartout per costruirsi una carriera all’estero.
Al termine della cerimonia, Sofia Corradi ha tenuto in diretta streaming la Lectio magistralis dal titolo “Da studentessa di Giurisprudenza a mamma Erasmus”
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