Com’è il rapporto social e adolescenti? Uno studio rivela l’ampia diffusione dell’utilizzo di piattaforme social come TikTok e Instagram tra i preadolescenti, nonostante i limiti di età; evidenziando problemi di dipendenza e sollecitando un intervento legislativo.
Secondo una recente ricerca dell’Università della California di San Francisco, la maggior parte degli undicenni e dodicenni utilizza attivamente piattaforme di social media come TikTok, Instagram, YouTube e Snapchat, nonostante le restrizioni di età imposte dalle stesse piattaforme che richiedono un minimo di 13 anni. Ecco come funziona il rapporto tra social e adolescenti.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Academic Pediatrics, si basa su un campione nazionale di oltre 10.000 bambini di età compresa tra gli 11 e i 15 anni. I risultati mostrano una realtà preoccupante: un elevato numero di preadolescenti possiede profili sui social, con un significativo 6,3% che addirittura nasconde l’esistenza di questi account ai propri genitori.
Urge un intervento legislativo
Il dottor Jason Nagata, pediatra presso l’UCSF Benioff Children’s Hospitals e autore principale dello studio, ha sottolineato la necessità di un intervento legislativo che vada oltre le questioni di sicurezza nazionale, attualmente al centro del dibattito sulla possibile messa al bando di TikTok negli Stati Uniti. Secondo il professor Nagata, infatti, i legislatori devono considerare l’utilizzo di TikTok e, più in generale, dei social media, come un problema sistemico che necessita di misure efficaci per proteggere i bambini online.
Lo studio evidenzia come TikTok sia la piattaforma più popolare tra i minori, ma molti bambini dichiarano di possedere più di tre account su diverse piattaforme, tra cui Instagram e Snapchat.
Un problema già conosciuto
Questo studio non fa che confermare le preoccupazioni già sollevate da precedenti ricerche condotte dal professor Nagata, che avevano evidenziato la presenza di elementi di dipendenza dall’uso dei social media nei bambini. Questi elementi includono l’incapacità di smettere di utilizzare le app nonostante i tentativi, sintomi di astinenza, tolleranza, conflitti e ricadute.
Nel nuovo studio, il 25% dei bambini con account sui social media ha ammesso di pensare frequentemente alle app, mentre un’altra percentuale del 25% ha dichiarato di usare le app per dimenticare i propri problemi. Inoltre, il 17% ha tentato senza successo di ridurre l’utilizzo dei social media, e l’11% ha riconosciuto un impatto negativo sui risultati scolastici a causa dell’eccessivo utilizzo di queste piattaforme.
Social e adolescenti
Un dato particolarmente importante è che il 25% dei bambini intervistati ha mostrato segni di dipendenza, alcuni addirittura di soli undici anni. La ricerca collega l’uso eccessivo dei social media da parte dei minorenni a un aumento dei sintomi di depressione, disturbi alimentari, ADHD e comportamenti dirompenti. E Nagata ha sottolineato l’importanza di dare priorità alla salute e alla sicurezza dei bambini quando si discute di utilizzo e politiche dei social media.
Pianificare il tempo (online e offline)
Per contrastare gli effetti negativi del tempo trascorso davanti agli schermi e dell’uso dei social media, l’American Academy of Pediatrics ha sviluppato il Family Media Plan, un piano che aiuta le famiglie a pianificare in modo consapevole il tempo online e offline.
Il professor Nagata ha incoraggiato i genitori a creare un piano media familiare per garantire la sicurezza dei figli online e promuovere uno sviluppo sano del rapporto con gli schermi e i social media.
L’autore dello studio, anche padre di due bambini piccoli, suggerisce di avviare conversazioni aperte con i figli e di dare l’esempio di un utilizzo responsabile delle tecnologie digitali. Una strategia, secondo Nagata, fondamentale per costruire relazioni forti e proteggere i più giovani dai potenziali pericoli dell’iperconnessione.
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