Negli ultimi anni, il fenomeno dello Snus ha iniziato a destare crescente preoccupazione, soprattutto per la sua diffusione tra i giovani. Si tratta di un prodotto a base di tabacco che non richiede combustione ma che, inserito in bocca, rilascia elevate quantità di nicotina direttamente nel sangue.
Un recente episodio avvenuto in una scuola media di Ferrara ha messo in allarme genitori ed esperti: due tredicenni sono finite in ospedale dopo aver consumato Snus, accusando sintomi tipici di un’overdose di nicotina.
Cos’è lo Snus e come funziona
Lo Snus è una tipologia di tabacco umido finemente tritato, diffusa soprattutto nei paesi nordici, in particolare in Svezia. A differenza delle sigarette tradizionali, non viene fumato, ma posizionato tra il labbro superiore e la gengiva. In questa posizione, il tabacco rilascia nicotina in modo continuo, assorbita direttamente dalle mucose della bocca.
Lo Snus è disponibile in due varianti:
– Lössnus: tabacco sfuso, che l’utente modella manualmente prima di posizionarlo in bocca.
– Portioned Snus: bustine simili a quelle del tè, più pratiche e discrete.
L’Unione Europea ha vietato la vendita dello Snus nel 1992, con l’eccezione della Svezia, che ha negoziato la possibilità di mantenerlo sul mercato come condizione per l’adesione all’UE nel 1994.
Snus e nicotine pouches: le differenze
Oltre allo Snus, sul mercato esistono le nicotine pouches, ovvero bustine che non contengono tabacco, ma solo nicotina in forma di sali, aromi e sostanze chimiche. La loro vendita ai maggiorenni è legale in Europa, Italia compresa, poiché non rientrano nel divieto imposto dallo Snus. Tuttavia, queste bustine rappresentano comunque un pericolo per la salute, inducendo dipendenza e possibili danni alle gengive e ai denti.
Perché lo Snus è vietato in Europa ma non in Svezia?
La Svezia sostiene da anni che lo Snus sia meno dannoso delle sigarette tradizionali e che possa persino contribuire a ridurre il numero di fumatori.
Tuttavia, la comunità scientifica sottolinea che il consumo di tabacco per via orale presenta rischi significativi, tra cui:
– Aumento della pressione sanguigna.
– Tachicardia e palpitazioni.
– Danni permanenti a gengive e denti.
– Maggiore rischio di tumori alla bocca.
– Possibile correlazione con disturbi cardiovascolari.
Nonostante la posizione della Svezia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha evidenziato che il tabacco da uso orale è dannoso e non dovrebbe essere considerato un’alternativa sicura al fumo.
Il marketing che seduce i giovani
Parte del successo dello Snus tra i giovani è attribuibile alle strategie di marketing adottate dai produttori.
Questi prodotti vengono spesso presentati in confezioni colorate e accattivanti, con aromi fruttati o dolci che mascherano il gusto forte del tabacco. Inoltre, la narrazione che li presenta come alternative “più sicure” alle sigarette tradizionali contribuisce alla loro diffusione.
In più, i social media hanno giocato un ruolo fondamentale nella popolarizzazione dello Snus, con numerosi video e contenuti che ne mostrano l’utilizzo, spesso senza menzionare i rischi associati. Questo fenomeno ha portato molti giovani a sperimentare il prodotto per curiosità o pressione sociale, sottovalutandone i potenziali effetti negativi sulla salute.
I pericoli dello Snus per i giovani
Il caso delle due adolescenti ricoverate a Ferrara dimostra come queste “bustine di nicotina” possano essere estremamente pericolose, soprattutto per i più giovani.
Il consumo di Snus può provocare un aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca, causando tachicardia e palpitazioni. Inoltre, può indurre sintomi quali nausea, vertigini e tremori, compromettendo il benessere fisico di chi lo assume.
L’uso prolungato può danneggiare la mucosa orale, portando a gengive infiammate e aumentando il rischio di lesioni e problematiche dentali. Ancora più preoccupante è il suo impatto sul sistema nervoso centrale: alterando le connessioni neurali, la nicotina può favorire lo sviluppo di altre dipendenze, rendendo chi ne fa uso più vulnerabile a future forme di assuefazione.
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