Le indicazioni per smettere di guidare in uno studio condotto dalla Washington University School of Medicine e pubblicato sulla rivista Neurology. Le donne sono più consapevoli dei propri limiti e rinunciano più facilmente. Fondamentale è la gradualità
C’è chi non ama guidare e c’è chi non smetterebbe mai: certo è che l’automobile è da sempre segno e strumento di autonomia e di libertà. Per questo, forse, tanti rinunciano con fatica a questa possibilità quando le difficoltà aumentano. A quale età, allora, è consigliabile riporre la patente nel cassetto?
La questione è stata affrontata da un team di ricercatori della Washington University School of Medicine, che ha condotto uno studio pubblicato poco prima dell’estate sulla rivista Neurology. L’indagine (dal titolo “Predicting Driving Cessation Among Cognitively Normal Older Drivers”) è stata condotta per sei anni su un campione di 283 persone, con età media di 72 anni, che guidavano almeno una volta a settimana. Dai dati è emerso che non tanto l’età, quanto la capacità cognitiva a determinare l’abbandono della guida. Anche un lieve deterioramento di questa capacità spesso induce gli anziani a smettere di guidare.
Una delle scoperte più sorprendenti riguarda la differenza di genere. Le donne sono quattro volte più consapevoli dei sopravvenuti limiti e quindi più facilmente riconoscono di non essere più in grado di guidare.
Smettere di guidare, una scelta cruciale
Smettere di guidare è una decisione carica di conseguenze. Chi rinuncia alla guida, infatti, ha maggiori probabilità di sviluppare depressione e di isolarsi. È altrettanto evidente, però, quanto sia rischioso continuare a guidare, quando le funzioni cognitive iniziano a non essere più adeguate a questa funzione. “La guida è fondamentale per mantenere l’indipendenza e la mobilità funzionale, ma i fattori di rischio per la cessazione della guida non sono ben compresi”. È quanto si legge nel testo dell’indagine. Una soluzione suggerita dai ricercatori è quella del passaggio graduale: con programmi di guida ad hoc, gli anziani potrebbero massimizzare la loro sicurezza sulla strada, pianificando al tempo stesso una transizione graduale verso opzioni di trasporto alternative.
“I risultati – si legge ancora nell’articolo pubblicato su Neurology – sottolineano la necessità di una pianificazione e di conversazioni tempestive sul ritiro dalla guida nel contesto del declino cognitivo e l’immenso valore delle misure cliniche nel determinare i risultati funzionali”.
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