Dall’inizio di questo mese circa 400 mila lavoratori del settore privato sono rientrati a tempo pieno in ufficio. L’ultima proroga per usufruire dello smart working è scaduta il 31 marzo scorso.
Il lavoro agile introdotto durante la pandemia non è più un diritto. Potrà essere comunque consentito grazie alla sottoscrizione di accordi individuali con la propria azienda, a patto di rispettare i requisiti (mamme lavoratrici con figli fino a 12 anni e lavoratori fragili). Secondo le stime dell’Osservatorio Smart Working della School of management del Politecnico di Milano, infatti, lo smart working continuerà a coinvolgere oltre 3,6 milioni di dipendenti di 128 mila imprese italiane.
Le disposizioni durante la pandemia
Il Decreto Legge 34/2020 aveva previsto che, fino alla fine dello stato di emergenza epidemiologica, i dipendenti del settore privato con almeno un figlio minore di 14 anni potessero svolgere le proprie attività lavorative in modalità agile anche senza accordi individuali. Il termine di validità per questa normativa è stato più volte prorogato fino alla legge 191/2023, che ne ha previsto la cessazione il 31 marzo scorso.
Come funziona oggi
I requisiti per poter usufruire dello smart working restano gli stessi. Dal 1° aprile però deve essere stipulato un accordo scritto tra datore di lavoro e lavoratore che ne regoli le modalità. Si fa riferimento alla Legge 81 del 2017 che ha istituito il lavoro agile in Italia e che dà la priorità alle domande presentate da lavoratori con disabilità, dai genitori di minori fino a 12 anni e dai caregiver che assistono soggetti in condizioni di fragilità. La priorità per lo smart working è stata anche riconosciuta ai lavoratori over 65 dall’ultimo Decreto Anziani.
Ciò che concerne l’organizzazione del lavoro è demandato alle parti, in parità di condizioni economiche, di mansioni e di tutela in caso di infortunio o malattia professionale.
Esempi di smart working
Alcuni grossi gruppi aziendali hanno deciso di accordarsi direttamente con i sindacati di categoria, anziché trattare con i singoli dipendenti. Accenture ha concesso ai suoi 20 mila dipendenti italiani 3 giorni a settimana di smart working, che possono estendersi a 5 in caso di motivi di salute. Tim sta sperimentando la chiusura delle proprie sedi il venerdì, mentre Microsoft offre ai suoi addetti la possibilità di pianificare i turni per lavorare in azienda o da casa.
Un cambio di mentalità
La richiesta di accesso a forme di lavoro agile fa parte di un cambio di mentalità. Come evidenziato dall’ultimo Rapporto Censis- Eudaimon, per il 52,1% del campione la posizione occupazionale influenza meno la vita privata rispetto al passato, perché sempre più spesso ci si dedica anche ad altre attività che si ritengono importanti.
Il 67,7% degli occupati vorrebbe ridurre in futuro il tempo destinato al lavoro (il 65,5% dei giovani, il 66,9% degli adulti e il 69,6% degli over 50). In assenza di questa possibilità lo smart working diventa lo strumento più utile per conciliare i diversi ambiti della vita, abbattendo i costi e riducendo i tempi per recarsi dall’abitazione al luogo di lavoro.
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